La tempesta del secolo: venti a 110 km/h e cumuli di neve fino a 13 metri

Ciò che rese questa bufera di neve particolarmente memorabile fu la combinazione di fattori meteorologici estremi
MeteoWeb

Tra gli eventi meteorologici più devastanti che hanno colpito il Nord America, la bufera di neve del 2-5 marzo 1966 occupa un posto di rilievo. Questa tempesta straordinaria, che investì gran parte degli Stati Uniti nordorientali e delle province orientali del Canada, ha lasciato un’impronta indelebile negli annali della meteorologia nordamericana. La sua durata eccezionale, unita alla potenza devastante, mise a dura prova le comunità colpite, paralizzando vaste regioni e mettendo alla prova la resilienza degli abitanti.

Ciò che rese questa bufera di neve particolarmente memorabile fu la combinazione di fattori meteorologici estremi. La tempesta fu caratterizzata da venti che superarono i 110 chilometri orari, trasformando le nevicate in un vero e proprio muro di neve e riducendo la visibilità a livelli minimi. Le raffiche di vento, in aggiunta alle abbondanti precipitazioni, generarono accumuli impressionanti, con cumuli di neve che raggiunsero altezze incredibili, variando dai 7 ai 13 metri in alcune zone. Queste condizioni resero gli spostamenti quasi impossibili, isolando città e comunità per giorni e creando una situazione di emergenza diffusa.

La bufera del secolo nel nord America

Uno degli episodi iconici legati a questa bufera di neve fu immortalato in una fotografia diventata simbolo della tempesta. La foto, scattata il 9 marzo 1966 da Ernest Feland, dipendente del Dipartimento dei Trasporti del North Dakota (ND DOT), ritrae il collega Bill Koch in piedi accanto a una serie di linee elettriche completamente sommerse dalla neve. Questa immagine, che evidenziava l’incredibile altezza degli accumuli nevosi, divenne rappresentativa della forza della tempesta e del suo impatto devastante. La fotografia, insieme ad altre scattate nei giorni successivi alla tempesta da Bill Koch ed Ernest Feland, è conservata negli archivi della North Dakota State Historical Society e dell’ente meteorologico NOAA/NWS, testimoniando l’eccezionalità di quell’evento.

La bufera di neve del marzo 1966 non fu solo un evento atmosferico di straordinaria intensità, ma anche una prova di resistenza per le popolazioni locali. La capacità di reazione delle comunità, l’impegno delle squadre di soccorso e la cooperazione tra cittadini e istituzioni furono fondamentali per superare le difficoltà e ripristinare gradualmente la normalità nelle aree più colpite. Questo evento rimane uno dei più significativi nella storia meteorologica del Nord America, un esempio di quanto la natura possa essere implacabile e, al tempo stesso, di quanto l’uomo possa resistere di fronte alle sue sfide più estreme.

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