La verità è là fuori? Il mistero dei segnali alieni e la risposta di Breakthrough Listen

Nel 2015, la fondazione Breakthrough Initiatives lanciò Breakthrough Listen, un ambizioso programma di ricerca finalizzato alla rilevazione di tecnofirme extraterrestri
MeteoWeb

La ricerca di segnali extraterrestri è un campo affascinante e profondamente ambizioso, che abbraccia la speranza millenaria dell’umanità di non essere sola nell’universo. Gli scienziati che scrutano i cieli alla ricerca di segnali provenienti da civiltà aliene hanno costruito strumenti sempre più sofisticati, cercando di interpretare ogni anomalia, ogni possibile “tecnofirma” che possa testimoniare l’esistenza di vita intelligente oltre il nostro sistema solare. Eppure, la realtà si rivela spesso più complessa: ciò che inizialmente appare come un segnale alieno, spesso, non è che il riflesso della nostra stessa tecnologia.

Un esempio emblematico di questa dinamica è la vicenda di BLC-1 (Breakthrough Listen Candidate 1), un segnale radio scoperto nel 2020 dal progetto Breakthrough Listen, nato con lo scopo di individuare tracce di vita intelligente nello spazio. Le prime notizie riguardanti BLC-1 suscitarono grande scalpore: un segnale a banda stretta rilevato dal radiotelescopio Parkes, in Australia, sembrava provenire dalla stella Proxima Centauri, la nostra vicina cosmica. Ma quali sono stati realmente i passi scientifici che hanno condotto alla valutazione finale del segnale e perché le recenti affermazioni del regista Simon Holland hanno riacceso l’interesse? Vediamo nel dettaglio il viaggio del segnale BLC-1, dalla scoperta all’analisi finale.

L’origine di Breakthrough Listen e la rilevazione del segnale BLC-1

Nel 2015, la fondazione Breakthrough Initiatives lanciò Breakthrough Listen, un ambizioso programma di ricerca finalizzato alla rilevazione di tecnofirme extraterrestri. In collaborazione con telescopi di punta, come il radiotelescopio Parkes e il Green Bank Telescope, Breakthrough Listen sfrutta tecniche avanzate di raccolta e analisi dei dati per cercare segnali non riconducibili a cause naturali. Tra le migliaia di segnali radio rilevati ogni giorno, l’obiettivo è quello di isolare i segnali che mostrano caratteristiche insolite, ad esempio una banda stretta e una frequenza stabile, tratti che potrebbero indicare l’origine artificiale di una tecnofirma.

La scoperta di BLC-1 avvenne nel 2020, durante un’osservazione di Proxima Centauri. Questo sistema stellare, situato a soli 4,24 anni luce dalla Terra, è stato spesso oggetto di studio poiché ospita esopianeti nella cosiddetta zona abitabile, un’area in cui le condizioni potrebbero teoricamente consentire la presenza di acqua liquida, e quindi di vita, su un pianeta roccioso. La particolarità di BLC-1 fu subito evidente: un segnale a banda stretta, alla frequenza di 982 MHz, un valore che non corrispondeva a fonti naturali note. Nonostante l’entusiasmo iniziale, il team di scienziati di Breakthrough Listen adottò subito un approccio scientifico estremamente rigoroso, consapevole delle numerose possibilità di interferenza terrestre.

La storia dei segnali sospetti e la metodologia scientifica dietro BLC-1

L’osservazione di segnali anomali non è nuova nella storia dell’astronomia. Nel 1977, un segnale a banda stretta registrato dall’astronomo Jerry Ehman, noto come il segnale Wow!, destò un immenso interesse, poiché sembrava provenire da una regione precisa del cielo ed era estremamente potente. Anche se il segnale Wow! non fu mai più osservato, è diventato il simbolo della possibilità di intercettare una tecnofirma aliena. Negli ultimi decenni, si sono susseguite numerose speculazioni riguardanti le cosiddette “Sfere di Dyson” – ipotetiche megastrutture costruite da civiltà avanzate per raccogliere l’energia delle loro stelle –, ma senza alcuna conferma scientifica.

In questo contesto, Breakthrough Listen ha costruito un sistema di analisi sofisticato, progettato per escludere interferenze terrestri. Il segnale BLC-1, essendo a banda stretta e centrato su una frequenza anomala, non apparteneva al range delle interferenze radio conosciute. L’interruzione del segnale quando il telescopio veniva puntato altrove rispetto a Proxima Centauri suggeriva inoltre che la sua origine potesse effettivamente non essere terrestre.

Il dottor Andrew Siemion, direttore di Breakthrough Listen, si mostrò cauto ma aperto alle possibilità: “Il segnale è stato indubbiamente uno dei più intriganti che abbiamo visto fino ad oggi“, disse. Tuttavia, le sue parole si accompagnavano a una prudenza scientifica necessaria: ogni possibile tecnofirma deve essere confermata da analisi approfondite e ripetute. La sfida, in questi casi, è quella di distinguere un segnale realmente alieno da eventuali interferenze locali, un compito che richiede l’intervento di équipe multidisciplinari.

L’analisi e la conclusione sul segnale BLC-1

L’approccio scientifico richiede che ogni rilevamento sia messo alla prova tramite controlli incrociati e la ripetizione delle osservazioni. Così, diverse squadre di scienziati si sono concentrate sull’analisi del segnale BLC-1, cercando di individuare la sua origine con metodi rigorosi. Inizialmente, la sua struttura a banda stretta sembrava suggerire una provenienza esterna alla Terra. Tuttavia, ulteriori analisi rilevarono che il segnale era probabilmente un “prodotto di intermodulazione elettronica“, una sorta di distorsione che si verifica quando più frequenze si sovrappongono e producono una nuova frequenza, creando così l’illusione di un segnale insolito.

Nella pubblicazione successiva, i ricercatori spiegarono: “We find that blc1 is not an extraterrestrial technosignature, but rather an electronically drifting intermodulation product of local, time-varying interferers aligned with the observing cadence“. Ciò significava che il segnale poteva essere attribuito a un’interferenza causata da oscillatori a frequenze armoniche comuni, tipici di apparecchiature terrestri. Secondo Siemion, “è altamente improbabile che provenga davvero da un trasmettitore di Proxima Centauri“.

Le nuove affermazioni di Simon Holland

Recentemente, il regista Simon Holland ha condiviso un video in cui afferma di avere nuove informazioni sul segnale, affermando di aver scoperto cinque candidati per tecnofirme extraterrestri. “L’incredibile nuova informazione che questo amministratore di radiotelescopio dell’UE ha condiviso con me è che analizzando i dati del SETI a casa, sono stati trovati cinque candidati molto probabili“, ha dichiarato Holland. Tuttavia, le sue parole, pubblicate in vari media, sono state accolte con cautela dalla comunità scientifica. Breakthrough Listen, infatti, ha prontamente risposto ribadendo la propria conclusione del 2021, spiegando che non vi sono nuovi dati che alterino le conclusioni sull’origine terrestre di BLC-1.

Il dottor Siemion ha specificato a IFLScience che “il team di Listen continua a osservare molte stelle vicine, tra cui Proxima Centauri, con una varietà di strutture, ma non ci sono stati nuovi rilevamenti o altri sviluppi rispetto a BLC-1 che alterino le conclusioni delle nostre pubblicazioni del 2021“. Questo chiarimento ha ribadito la necessità di mantenere un approccio scientifico metodico e scettico di fronte a ipotesi che, sebbene affascinanti, non trovano conferme nei dati.

Il futuro della ricerca SETI e il sogno di una scoperta straordinaria

La vicenda di BLC-1 sottolinea l’importanza di un metodo scientifico rigoroso, specialmente in un campo così delicato come la ricerca di vita extraterrestre. Se ogni segnale anomalo può alimentare speculazioni e teorie, solo una verifica approfondita e indipendente può confermare – o smentire – l’ipotesi dell’esistenza di tecnofirme non terrestri. Proxima Centauri, con la sua relativa vicinanza e i pianeti nella zona abitabile, continuerà ad essere oggetto di studio, ma il caso di BLC-1 ci ricorda che la nostra stessa tecnologia, nella sua complessità, può a volte ingannarci, facendoci vedere illusioni dove, in realtà, esiste solo rumore.

Un giorno, forse, l’universo ci offrirà la tanto attesa risposta. Fino ad allora, gli scienziati di Breakthrough Listen, insieme alla comunità scientifica, continueranno a esplorare l’ignoto, unendo il rigore dell’analisi alla pazienza dell’attesa. Anche se ogni segnale si è rivelato, finora, riconducibile alla Terra, l’umanità non smetterà di ascoltare: l’universo potrebbe ancora riservarci una sorpresa inaspettata.

Condividi