Le Ley Lines esistono? Ecco cosa sono

Tra le varie ley lines proposte, una delle più celebri è la cosiddetta "linea di San Michele", una retta che attraversa circa 563 chilometri in Inghilterra, collegando luoghi dedicati all'Arcangelo Michele
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La storia delle ley lines intreccia scienza, mito e teorie affascinanti, offrendo uno scorcio su un fenomeno che appassiona studiosi e sostenitori di teorie alternative. Il termine si riferisce a presunte linee energetiche che attraverserebbero la Terra, collegando antichi monumenti come Stonehenge, le Piramidi di Giza e Machu Picchu. Per alcuni, queste linee invisibili rappresentano “arterie di energia terrestre“, mentre per altri potrebbero essere antichi percorsi commerciali o addirittura piste di atterraggio per veicoli extraterrestri. Sebbene la scienza continui a mettere in discussione l’esistenza delle ley lines, il loro fascino persiste.

Ley lines: tracce neolitiche o strade di energia?

Il concetto di ley lines fu introdotto per la prima volta dall’antiquario inglese Alfred Watkins nel 1925, quando notò che vari antichi monumenti sembravano disposti lungo linee rette. Watkins teorizzò che questi siti fossero collocati intenzionalmente lungo percorsi rettilinei per facilitare gli spostamenti tra gli insediamenti. Tuttavia, l’archeologia mise subito in discussione questa teoria, sostenendo che molti dei luoghi identificati da Watkins fossero separati da ostacoli geografici, come colline e foreste fitte, che avrebbero reso difficile un percorso rettilineo tra i siti. Inoltre, l’alta densità di monumenti antichi in Inghilterra significa che è inevitabile che alcuni di essi si allineino casualmente lungo le stesse linee rette.

Respinta dagli archeologi, la teoria delle ley lines sembrava destinata a essere dimenticata, ma con l’avvento degli anni Sessanta la situazione cambiò.

L’ipotesi aliena e l’influenza New Age

Negli anni Sessanta, l’ipotesi delle ley lines subì una radicale trasformazione quando l’ex pilota Tony Wedd suggerì che queste linee rettilinee fossero piste di atterraggio per veicoli spaziali extraterrestri. L’idea trovò appoggio in una comunità crescente di appassionati di UFO, che sostenevano che gli avvistamenti fossero più comuni in prossimità di queste linee. Nel 1969, l’autore New Age John Michell contribuì a diffondere ulteriormente il concetto delle ley lines introducendo l’idea che queste fossero conduttori di “energie della Terra“, fondamentali per il benessere del pianeta. Secondo Michell, gli antichi popoli avrebbero percepito queste energie e costruito i loro monumenti proprio in corrispondenza delle ley lines.

L’archeologo Robert Wallis della Open University osserva come questa interpretazione attragga chiunque desideri avvicinarsi a fenomeni invisibili. Come afferma Wallis, “queste linee sono viste come una sorta di arterie spirituali del pianeta, percepibili attraverso la consapevolezza psichica o la rabdomanzia, in particolare presso i siti antichi“.

Il Progetto Dragon: alla ricerca scientifica delle energie della Terra

Negli anni Settanta, Paul Devereux, editore della rivista Ley Hunter, avviò il Progetto Dragon, una ricerca scientifica per verificare l’esistenza delle presunte energie terrestri associate alle ley lines. Gli scienziati coinvolti visitarono siti come Rollright Stones, un noto sito neolitico, per registrare anomalie nelle radiazioni ionizzanti, nel magnetismo e in altre forze invisibili, impiegando tecniche come la fotografia a infrarossi e l’uso di ultrasuoni. Tuttavia, dopo un decennio di ricerche, il team non riuscì a trovare prove definitive. Wallis, che si unì al progetto nei primi anni Duemila, ha dichiarato: “C’è stato un aumento della radioattività in certi siti, ma non ci sono modelli definibili che si sommano a una particolare interpretazione che ha più peso di qualsiasi altra.”

Nonostante l’insuccesso scientifico, Devereux e il suo team continuarono la ricerca, tentando un nuovo approccio chiamato “lavoro onirico“, che consisteva nel far dormire volontari nei siti antichi per osservare eventuali influenze sui loro sogni. Tuttavia, anche questo metodo non portò a risultati concreti.

La “linea di San Michele” e l’allineamento casuale

Tra le varie ley lines proposte, una delle più celebri è la cosiddetta “linea di San Michele“, una retta che attraversa circa 563 chilometri in Inghilterra, collegando luoghi dedicati all’Arcangelo Michele, come il Monte San Michele in Cornovaglia. Sebbene questa linea sembri collegare vari luoghi religiosi e monumenti antichi, i matematici hanno dimostrato che è possibile tracciare allineamenti simili utilizzando qualsiasi insieme di punti casuali. Ad esempio, Matt Parker della Queen Mary University di Londra ha dimostrato come anche le sedi degli ex negozi Woolworths nel Regno Unito possano apparire allineate in ley lines. Parker ha inoltre mostrato come ogni codice postale in Gran Bretagna si allinei con almeno tre ley lines, evidenziando l’arbitrarietà di questi allineamenti.

Questo fenomeno è spiegato dalla Teoria di Ramsey, che sostiene che in una serie sufficientemente ampia di punti casuali è sempre possibile trovare schemi apparenti, come appunto quelli che alcuni attribuiscono alle ley lines.

Le ley lines come “linee di potere” globali

Nonostante la maggior parte delle ley lines sia localizzata nel Regno Unito, alcuni sostenitori credono che queste linee di energia si estendano su scala globale. In Sud America, ad esempio, l’Impero Inca era attraversato da una rete di percorsi chiamati ceques, che collegavano la capitale Cuzco con i confini dell’impero. Anche in Cina, la tradizione del Feng Shui si basa sul posizionamento armonioso degli elementi nel paesaggio per assicurare il flusso ottimale dell’energia Qi. Sebbene non si tratti esattamente delle ley lines, il Feng Shui riflette l’idea di forze invisibili che influenzano il nostro mondo.

Scienza o fantasia?

Dalla sua origine come teoria alternativa di percorsi neolitici a moderna interpretazione di linee di energia o piste di atterraggio per UFO, il concetto di ley lines continua a stimolare la fantasia di molti. Tuttavia, le prove scientifiche a sostegno dell’esistenza di queste linee energetiche sono scarse. “Penso che sia fantasia, fondamentalmente,” afferma Wallis, sottolineando come il fascino delle ley lines derivi dalla loro natura sfuggente e dalla possibilità di interpretazioni personali. Sebbene sia difficile tracciare una linea definitiva su cosa siano realmente le ley lines, è chiaro che la loro esistenza, scientificamente parlando, rimane non dimostrata, lasciando aperta la porta al mito e al fascino della scoperta.

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