L’Iceberg A23A: una fortezza di ghiaccio da 4.000 km² che resiste da decenni

Questo iceberg si è staccato dalla costa antartica nel 1986 e, da allora, è rimasto incastrato nei fondali del Mare di Weddell
MeteoWeb

L’iceberg A23A, uno dei più grandi iceberg mai osservati, continua a galleggiare nell’Oceano Antartico, rivelando dettagli sorprendenti sulla sua lunga permanenza nell’area. Con una superficie di circa 4.000 km², tre volte quella della città di New York, e un peso stimato di 1 trilione di tonnellate, A23A è un colosso di ghiaccio che ha resistito alla deriva per decenni. Questo iceberg si è staccato dalla costa antartica nel 1986 e, da allora, è rimasto incastrato nei fondali del Mare di Weddell, comportandosi come una gigantesca isola di ghiaccio.

La ragione di questa prolungata immobilità risiede in un fenomeno oceanografico noto come “Colonna di Taylor“. Questa struttura cilindrica di acqua, che ruota su sé stessa, intrappola l’iceberg e ne impedisce il movimento. Il fenomeno fu descritto per la prima volta negli anni Venti dal fisico Geoffrey Ingram Taylor, il quale scoprì che si forma quando una corrente marina incontra un ostacolo sul fondo oceanico. Nel caso di A23A, l’ostacolo è costituito da una protuberanza sottomarina chiamata Pirie Bank, che ha bloccato il colosso di ghiaccio all’interno di questa rotazione vorticosa.

La longevità di A23A ha sorpreso gli scienziati, non solo per la sua dimensione e durata, ma anche per la sua resistenza alle forze naturali che avrebbero potuto causarne il disgregamento. Sebbene molti iceberg si frammentino o si sciolgano nel corso di decenni, A23A è riuscito a mantenere gran parte della sua massa, comportandosi come una “fortezza galleggiante“.

Gli studi su A23A offrono importanti informazioni sulla dinamica degli iceberg nell’Oceano Antartico e sulle interazioni tra correnti marine e ostacoli sottomarini. Comprendere meglio questi fenomeni è cruciale per monitorare gli effetti del cambiamento climatico e le trasformazioni dei ghiacci antartici, un tema di crescente preoccupazione a livello globale.

In conclusione, A23A rappresenta un’enorme testimonianza della complessità delle dinamiche oceaniche e della longevità di alcune delle più grandi formazioni di ghiaccio del pianeta, il cui destino è strettamente legato alla salute del nostro clima.

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