Maltempo, il sindaco di Bologna annuncia incontri in 1.400 zone per rafforzare la sicurezza delle abitazioni

"Incontrare gli amministratori di condominio e i cittadini delle 1.400 zone impattate dall'alluvione per discutere con loro, con trasparenza e partecipazione, di quello che è successo e di quello che possiamo fare insieme per mettere in sicurezza le loro abitazioni"
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Il sindaco di Bologna, Lepore, ha evidenziato l’urgenza di affrontare il tema delle infrastrutture per garantire la sicurezza dei territori dopo il maltempo, affermando che “è del tutto evidente che gli investimenti necessari non si potranno attuare subito, almeno quelli di grandi dimensioni“. Lepore ha quindi sottolineato la necessità di imparare dalla recente esperienza di maltempo, progettando un potenziamento delle Protezioni civili e supportando i cittadini.

In merito alla situazione attuale, ha rivelato che molti residenti vivono un momento di “disperazione” e temono l’arrivo della prossima pioggia, motivo per cui è fondamentale “stare al loro fianco“. Per questo, il sindaco intende organizzare “incontri caseggiato per caseggiato, così da condividere le cose da fare assieme, con la massima trasparenza“. Durante questi incontri, sarà possibile comunicare le azioni che si possono intraprendere, sottolineando che “questo richiede tempo“, assumendo così la responsabilità di gestire il passaggio verso una maggiore sicurezza.

Lepore ha spiegato che il suo obiettivo è “incontrare gli amministratori di condominio e i cittadini delle 1.400 zone impattate dall’alluvione per discutere con loro, con trasparenza e partecipazione, di quello che è successo e di quello che possiamo fare insieme per mettere in sicurezza le loro abitazioni“. Ha anche condiviso che ha proposto un approccio simile ad altri sindaci metropolitani, sottolineando l’importanza di “rafforzare le abitazioni“, come indicato dalla direttiva europea per le zone a rischio. Questa direttiva prevede specifiche per “porte, scoli o fognature fatte in un certo modo“.

Concludendo, Lepore ha affermato che è necessario “armare le zone a rischio in modo diverso” e ha delineato l’importanza di sviluppare “un piano di piccole, medie e grandi opere per far sì che la città sia più capace di ricevere l’acqua, scaricarla e assorbirla“.

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