Maltempo, prima l’Italia, poi la Spagna: perché il fenomeno DANA è così pericoloso

Le alluvioni che stanno colpendo la Spagna fanno parte dello stesso fenomeno che nelle scorse settimane ha colpito il Nord Italia
MeteoWeb

La Spagna è in ginocchio a causa di gravissime alluvioni che hanno causato devastazione ma soprattutto decine e decine di vittime in un bilancio che potrebbe diventare ancora più drammatico con il passare delle ore. Strade trasformate in fiumi, case allagate, infrastrutture distrutte, auto trascinate via dalla furia dell’acqua e ammassate una sull’altra come tanti birilli. Sono scene che abbiamo visto fino a poche settimane fa in Italia e che oggi si ripresentano in tutta la loro drammaticità in Spagna.

E in effetti le alluvioni che stanno colpendo la Spagna fanno parte dello stesso fenomeno che nelle scorse settimane ha colpito il Nord Italia, e che ora si è spostato più a ovest. In Spagna, lo chiamano DANA (Depresion Aislada en Niveles Altos), un fenomeno noto come “goccia fredda” (o “cut off”), riferito al vortice di bassa pressione che rimane letteralmente tagliato fuori dal flusso principale e che può quindi causare episodi di precipitazioni estreme. La successiva evoluzione di questa situazione, inoltre, è molto difficile da prevedere, proprio perché la sua attività è del tutto autonoma dai flussi circostanti.

Il primo bilancio dell’Agenzia Meteorologica statale spagnola delle piogge torrenziali che hanno colpito il Paese iberico, fornisce cifre superiori a 300l/m² nella zona tra Utiel e Chiva, nella regione di Valencia, dove sono stati raccolti 491l/m² in sole otto ore. Secondo l’Aemet, si tratta di una quantità di pioggia quasi pari a quella che può cadere in un anno intero, riferisce la radio tv pubblica Rtve, sottolineando che queste cifre rendono la Dana che ha subito la Comunità Valenciana la peggiore finora di questo secolo.

Dall’Italia alla Spagna

Si tratta di una circolazione depressionaria che abbiamo già vissuto sul nostro territorio”, dice all’ANSA Gianni Messeri, meteorologo del Consorzio Lamma tra Consiglio Nazionale delle Ricerche e Regione Toscana. “In pratica, l’aria fredda presente in quota rimane isolata, formando una depressione chiusa, ed è particolarmente pericoloso perché si tratta di un fenomeno stazionario, afferma Messeri: interesserà infatti le regioni spagnole anche nei prossimi giorni.

L’aria fredda si scontra, poi, con l’aria calda e umida presente alle quote più basse e questi eventi meteorologici sono tanto più violenti quanto più forte è il contrasto termico. “Il fenomeno trae infatti la sua energia dalle temperature elevate del mare – aggiunge Messeri – che gli consentono di persistere più a lungo scaricando grandi quantità di pioggia”.

“Nel contesto di cambiamento climatico nel quale ci troviamo è ovviamente più facile trovare acque calde che alimentano questi fenomeni – dice ancora il ricercatore del Consorzio Lamma – ma la Spagna non è nuova a questo tipo di eventi, si sono già verificati in passato”.

Le alluvioni del passato in Spagna

Tra gli esempi del passato, l’alluvione avvenuta sempre a Valencia il 14 ottobre 1957, che provocò la morte di decine di persone dopo l’esondazione del fiume Turia, che scaricò fino a 300 milioni di metri cubi di acqua inondando la città. Nel 1996, poi, un’altra alluvione provocò 86 morti in Aragona.

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