Nikola Tesla ha sbagliato: tra intuizioni geniali e convinzioni controverse

Tesla era certo di aver rilevato un fenomeno capace di sfidare il limite della velocità della luce, imposto dalle leggi fisiche scoperte fino ad oggi
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Nikola Tesla, pioniere dell’elettricità e genio incompreso, è ricordato come uno degli scienziati e inventori più straordinari della storia. Il suo lavoro ha rivoluzionato la scienza elettrica, dando forma al mondo moderno e ispirando generazioni di studiosi. Tuttavia, nonostante i suoi successi, Tesla ha abbracciato convinzioni che oggi sappiamo essere scorrette. Le sue teorie erronee, infatti, offrono una prospettiva complessa e umana su uno dei più grandi geni della storia. Esaminiamo nel dettaglio alcune delle sue affermazioni più controverse, che rivelano quanto anche i grandi possano deviare dalla verità scientifica.

Il rifiuto della relatività di Einstein

A cavallo tra il XIX e il XX secolo, la teoria della relatività di Albert Einstein rappresentò una rivoluzione epocale nella comprensione della fisica, in grado di spiegare fenomeni complessi legati alla natura dello spazio e del tempo. Tesla, tuttavia, contestava fortemente questa visione. Egli credeva che lo spazio fosse immutabile e non potesse avere proprietà, ritenendo assurdo che potesse curvarsi sotto l’influenza della massa. Nelle sue parole: “Sostengo che lo spazio non può essere curvato, per la semplice ragione che non può avere proprietà. Si potrebbe anche dire che Dio ha delle proprietà. Non ha, ma solo attributi e questi sono di nostra creazione. Di proprietà possiamo parlare solo quando abbiamo a che fare con la materia che riempie lo spazio.”

Secondo Tesla, la teoria della relatività era come un “mendicante avvolto nella porpora che gli ignoranti prendono per un re,” una metafora potente per esprimere la sua convinzione che tale visione fosse una “nobile illusione“. Tesla riteneva che parlare di spazio curvo fosse come attribuire proprietà a un concetto astratto, un nulla che non poteva influenzare la realtà fisica. A suo parere, solo la materia, composta da particelle concrete, poteva influenzare l’universo.

Questa posizione portava Tesla a disconoscere completamente fenomeni come la “lente gravitazionale“, un effetto ben documentato oggi che dimostra la possibilità per oggetti massicci, come le galassie, di curvare lo spazio-tempo al punto da creare veri e propri “specchi cosmici” che deviano e amplificano la luce proveniente da oggetti più distanti.

La velocità della luce e l’ipotesi del raggio da Antares

Oltre a negare la relatività, Tesla era certo di aver rilevato un fenomeno capace di sfidare il limite della velocità della luce, imposto dalle leggi fisiche scoperte fino ad oggi. In uno dei suoi esperimenti, Tesla osservò quella che riteneva essere un’onda proveniente da Antares, una stella massiccia della costellazione dello Scorpione. Secondo Tesla, questo raggio cosmico si muoveva a una velocità superiore di cinquanta volte a quella della luce, un’idea oggi inconcepibile per la fisica relativistica e quantistica.

Nonostante la sua convinzione, oggi comprendiamo che nessuna informazione o energia può superare la velocità della luce nel vuoto, un limite che rappresenta una legge fondamentale dell’universo. Quella che Tesla interpretava come una scoperta rivoluzionaria era, con buona probabilità, un’errata interpretazione dei dati sperimentali, data la difficoltà di misurare con precisione fenomeni cosmici senza gli strumenti avanzati di cui disponiamo oggi.

L’amore per un piccione: un aspetto umano di Tesla

La vita personale di Tesla, spesso solitaria e dedicata alla scienza, si arricchì in modo inaspettato grazie alla compagnia di un piccione. In un periodo difficile, Tesla instaurò un rapporto speciale con questo animale, che visitava regolarmente il suo appartamento. L’attaccamento al piccione andava ben oltre un semplice affetto per un animale domestico, come lui stesso confessò in un momento di apertura: “Amavo quel piccione come un uomo ama una donna, e lei amava me. Finché l’ho avuta, c’era uno scopo nella mia vita.”

Questo particolare aspetto della sua vita può sembrare in contrasto con l’immagine del brillante scienziato. Tuttavia, ci permette di vedere Tesla come un uomo dalla sensibilità complessa, capace di sviluppare profondi legami affettivi nonostante la sua esistenza spesso isolata.

La negazione degli elettroni e la teoria dell’etere

Tesla fu un pioniere dell’elettricità e sviluppò la corrente alternata (AC), che permise la trasmissione di energia su lunghe distanze. Paradossalmente, nonostante queste innovazioni, Tesla non credeva nell’esistenza degli elettroni. La fisica classica dell’epoca non aveva ancora compreso la struttura degli atomi, e la teoria dell’etere – una sostanza ipotetica che permeava l’universo – era ampiamente accettata.

Tesla riteneva che l’energia si trasmettesse attraverso un etere universale e che gli elettroni esistessero solo in condizioni di vuoto assoluto, negando che fossero particelle fondamentali dell’elettricità. Si rifiutava di riconoscere il flusso di elettroni come base dell’elettricità, sostenendo invece che fosse l’etere stesso a trasportare l’energia. Sebbene oggi sappiamo che l’elettricità è il movimento di elettroni attraverso un conduttore, Tesla considerava questi fenomeni come “onde di pressione” che si diffondevano nell’etere.

Le sue convinzioni, anche se errate alla luce delle attuali conoscenze, riflettono un pensiero che era profondamente radicato nella fisica classica e che continuò a influenzarlo anche quando nuove teorie fisiche iniziarono a prendere piede.

L’illusione dell’energia atomica e l’indivisibilità dell’atomo

La diffidenza di Tesla verso le teorie moderne si estendeva anche alla possibilità di sfruttare l’energia atomica. Tesla riteneva che l’atomo fosse un’unità indivisibile e rigettava l’idea che potesse essere diviso per ottenere energia. A proposito di energia atomica, Tesla dichiarava: “L’idea dell’energia atomica è illusoria, ma ha preso una presa così potente sulle menti che, anche se ho predicato contro di essa per 25 anni, ci sono ancora alcuni che credono che sia realizzabile.”

Il suo scetticismo si fondava sulla convinzione che l’atomo fosse indivisibile e stabile. Sebbene Tesla avesse condotto esperimenti di disintegrazione atomica tramite un tubo a vuoto, che utilizzava tensioni estreme, egli affermava che non vi fosse alcuna liberazione di energia significativa associata alla frammentazione dell’atomo. Nei suoi esperimenti, Tesla aveva creato un dispositivo capace di generare tensioni da 4 a 18 milioni di volt, una delle sue invenzioni più potenti. Tuttavia, riteneva che questa disintegrazione non fosse sufficiente a generare energia atomica come oggi sappiamo avvenire nella fissione nucleare.

La critica ai modelli scientifici: intuizione e dogmatismo

Tesla rappresentava un tipo di scienziato idealista, convinto che la scienza dovesse essere al servizio del progresso umano e non limitarsi alla dimostrazione matematica. Tesla interpretava il mondo secondo la propria visione, in parte dogmatica, della realtà scientifica, ritenendo che molte delle teorie moderne fossero semplici costruzioni teoriche senza base concreta.

Il contrasto tra Tesla e le nuove frontiere della fisica dimostra il conflitto tra intuizione e dogmatismo scientifico. Egli credeva in un universo dominato dalla materia e vedeva con scetticismo ogni teoria che introducesse concetti come lo spazio curvo o l’indeterminazione degli elettroni. Oggi, l’universo di Tesla ci appare come una visione incompleta, ma al contempo romantica, della scienza come ricerca di verità tangibili e intuitive.

Un genio umano e imperfetto

Tesla continua ad essere una figura emblematica e complessa, le cui invenzioni e intuizioni hanno plasmato il mondo. Le sue idee erronee ci ricordano quanto la scienza sia un percorso di esplorazione e scoperta, fatto di intuizioni, errori, e revisioni. Se da un lato Tesla non accettava i fondamenti della fisica moderna, dall’altro le sue convinzioni dimostrano la necessità della scienza di accogliere e sfidare continuamente nuove idee.

Come spesso accade, le grandi menti esplorano territori che richiedono ipotesi audaci. Tesla, con il suo genio innegabile e la sua visione profetica, rappresenta uno degli esempi più significativi di questa tensione tra scienza e intuizione, tra successo e fallimento. La sua storia continua a ispirare, ricordandoci che la scienza non è solo conoscenza, ma anche coraggio di esplorare l’ignoto.

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