La Niña torna protagonista: alle porte un inverno imprevedibile

La Niña influenza significativamente le condizioni meteo atmosferiche in diverse parti del mondo
MeteoWeb

Secondo il Climate Prediction Center della NOAA, c’è una probabilità del 60% che un evento di La Niña debole si sviluppi quest’autunno e duri fino a marzo. La Niña, parte di un ciclo climatico naturale noto come El Niño-Southern Oscillation (ENSO), ha il potenziale di influenzare significativamente le condizioni meteo atmosferiche in diverse parti del mondo. In questo caso, si prevede che le sue conseguenze possano essere molto diverse a seconda delle regioni.

Gli impatti di La Niña

La Niña è la fase fredda dell’ENSO, caratterizzata da un raffreddamento delle acque dell’oceano Pacifico orientale. Questo raffreddamento influisce sulla posizione del jet stream, un flusso d’aria rapido che si sposta da Ovest a Est, spingendolo verso Nord. Di conseguenza, la rotta delle tempeste viene modificata, il che può portare a un aumento delle precipitazioni in alcune regioni e a condizioni più secche in altre.

In particolare, durante La Niña, le regioni settentrionali del Sud America, come Colombia e Venezuela, tendono a registrare un aumento delle piogge, mentre l’Argentina orientale potrebbe essere più siccitosa del solito. Allo stesso modo, nel Nord America, gli Stati Uniti settentrionali e il Canada meridionale potrebbero vedere un inverno più umido, mentre le regioni meridionali degli Stati Uniti e il Messico potrebbero essere più aride.

La Niña, El Niño e il cambiamento climatico

Negli ultimi anni, si è assistito a fenomeni atmosferici estremi legati a La Niña. Tra il 2020 e il 2023, la Terra ha vissuto un raro evento di “triple-dip” La Niña, con 3 inverni consecutivi caratterizzati da queste condizioni. Michelle L’Heureux, climatologa presso la NOAA, ha spiegato ad AP che la frequenza di eventi La Niña così protratti è insolita, ma non senza precedenti. Tuttavia, la loro ricorrenza pone sfide importanti, soprattutto in regioni vulnerabili come l’Africa orientale, già alle prese con gravi siccità.

Ben Cook, scienziato climatico al NASA Goddard Institute for Space Studies, ha sottolineato che mentre La Niña e il cambiamento climatico hanno effetti distinti, il legame tra i 2 fenomeni è ancora poco chiaro. Alcuni modelli climatici suggeriscono che, con il riscaldamento globale, potremmo assistere a eventi di El Niño più frequenti e La Niña potrebbe diventare meno comune, ma le evidenze non sono ancora definitive.

Cosa aspettarsi per l’inverno 2024-2025?

Se La Niña si sviluppasse effettivamente, le sue conseguenze per l’inverno potrebbero includere un aumento delle precipitazioni nelle regioni settentrionali degli Stati Uniti, in particolare nel Nord/Est e nella Valle dell’Ohio, grazie alla posizione del jet stream. Tuttavia, le previsioni relative alle nevicate rimangono incerte. Le regioni come il New England, New York e l’area dei Grandi Laghi, solitamente più innevate durante La Niña, potrebbero assistere a un aumento delle nevicate, ma non è una garanzia.

Al contrario, il Sud e il Sud/Est degli Stati Uniti potrebbero registrare inverni più secchi e caldi, poiché queste aree si trovano lontano dalle principali rotte delle tempeste innescate dal jet stream.

Il futuro di La Niña ed El Niño

Gli scienziati continuano a cercare di comprendere come il cambiamento climatico influenzerà i cicli di El Niño e La Niña. Paul Roundy, climatologo dell’Università di Albany, ha dichiarato ad AP che i modelli climatici indicano una possibile predominanza futura di eventi El Niño, ma esiste una grande variabilità naturale nei cicli ENSO. È quindi difficile separare chiaramente l’influenza del cambiamento climatico da quella delle normali oscillazioni atmosferiche e oceaniche.

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