Al via oggi la 16ª Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP16) a Cali, in Colombia, con l’obiettivo di accelerare l’attuazione del Quadro globale per la biodiversità concordato a Kunming-Montreal nel 2022. Nonostante gli ambiziosi obiettivi fissati, come la creazione di aree protette e la riduzione dei pesticidi, il progresso è stato insufficiente. La conferenza mira a stabilire meccanismi di monitoraggio e revisione per responsabilizzare i Paesi nel raggiungimento dei 23 obiettivi entro il 2030. Uno dei punti critici è l’insufficienza delle strategie nazionali per la biodiversità: solo 29 Paesi su 196 hanno presentato una strategia conforme.
La COP16 si focalizza anche sul finanziamento dei Paesi in via di sviluppo, con l’obiettivo di mobilitare 20 miliardi di dollari l’anno entro il 2025 e 30 miliardi entro il 2030, anche se solo 15,4 miliardi erano stati raggiunti entro il 2022. Un’altra questione rilevante è la biopirateria, ovvero l’uso economico della biodiversità senza condividere i benefici con le comunità locali. Un accordo globale per la condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle sequenze genetiche digitalizzate (DSI) potrebbe essere discusso a Cali.
La conferenza rappresenta un’opportunità cruciale per avanzare nelle negoziazioni sul monitoraggio, le risorse finanziarie e i diritti delle popolazioni indigene, ma resta molto da fare per raggiungere l’obiettivo del 30% di protezione legale di terre e mari entro il 2030. Le decisioni prese qui influenzeranno i prossimi passi verso la COP17 del 2026.
COP16, Guterres: necessari “investimenti significativi” per l’ambiente
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto “investimenti significativi” per salvaguardare la natura in un videomessaggio trasmesso alla vigilia dell’apertura della COP16 sulla biodiversità a Cali, in Colombia. Guterres ha invitato i negoziatori a lasciare Cali (il primo novembre) con investimenti significativi nei fondi del Global Biodiversity Framework e impegni a mobilitare altre fonti di finanziamento pubblico e privato da attuare nella loro interezza. “Si tratta – ha evidenziato – di onorare le promesse fatte in termini di finanziamenti e di accelerare il sostegno ai Paesi in via di sviluppo“, ha sottolineato, perché “il collasso delle risorse naturali, quali l’impollinazione e l’acqua potabile, causerebbe una perdita annuale di trilioni di dollari per il mondo” dell’economia globale, dove i più poveri sono i più colpiti.