E’ ‘febbre dell’oro’: nuovo record storico tra la ‘paura di restare fuori’ e il rallentamento delle banche centrali

Il prezzo dell'oro ha toccato un nuovo record a 2778 dollari l'oncia, sulla scia di quella che il Financial Times ha spiegato come la "paura di restare fuori"
MeteoWeb

Non si ferma la ‘febbre dell’oro’ con il prezzo del metallo prezioso che oggi ha toccato un nuovo record a 2778 dollari l’oncia, sulla scia di quella che il Financial Times ha spiegato come la “paura di restare fuori” da un trend rialzista da parte degli investitori mentre – come sottolineano gli ultimi dati – i prezzi elevati spingono le banche centrali a ridurre i loro acquisti. Il record odierno segue quello della domanda globale che ha superato i 100 miliardi di dollari per la prima volta nel terzo trimestre di quest’anno, secondo il World Gold Council, con volumi saliti anche loro a nuovi record, con un aumento del 5 percento a 1.313 tonnellate.

Per il metallo prezioso si tratta di un rialzo superiore al 35% dall’inizio dell’anno con gli investitori pronti a ‘buttarsi’ sui piccoli temporanei rialzi per questa ‘fear of missing out’. La domanda totale di investimenti, come lingotti, monete o supporto per fondi negoziati in borsa, è più che raddoppiata, con afflussi negli ETF garantiti dall’oro che hanno raggiunto le 94 tonnellate, invertendo un trend negativo che andava avanti da nove trimestri.

Ma se i gestori di patrimoni privati puntano sull’oro visti i loro orizzonti temporali più lunghi le banche centrali hanno rallentato i loro acquisti di lingotti, con un calo del -49% annuo a 186 tonnellate, il livello trimestrale più basso degli ultimi due anni. I prezzi elevati hanno rallentato anche la domanda di gioiellieria (che vale il 40% del mercato globale) scesa del 12 percento nel trimestre rispetto all’anno precedente, nonostante i forti acquisti dal cruciale mercato indiano. Il boom dell’intelligenza artificiale ha invece sostenuto la domanda di oro sul fronte tecnologico, con richieste per 83 tonnellate (+7%).

Condividi