Orso bruno, Pichetto: “strategie di intervento devono includere tutte le misure possibili”

Pichetto ha precisato che la struttura del Casteller, menzionata durante l'interrogazione, "mantiene la sua funzione di struttura di primo ricovero temporalmente limitata"
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Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha risposto durante il question time al Senato, affrontando l’interrogazione della senatrice Elena Sironi (M5S) riguardo alle “Iniziative a tutela dell’orso bruno in Provincia di Trento“.

Pichetto ha ricordato che “il MASE ha promosso e condiviso con tutte le regioni e province autonome interessate il ‘Piano d’azione per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro orientali’ (PACOBACE), e guida le azioni di conservazione della specie, nel rispetto del vigente quadro normativo nazionale ed unionale“. Tale piano, ha spiegato, rappresenta il riferimento per la tutela e la gestione degli orsi bruni nelle regioni coinvolte.

L’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha prodotto lo scorso anno un rapporto specifico in cui si affronta la gestione dei rischi legati alla presenza degli orsi. “Nel rapporto, ISPRA riferisce che spesso le condotte potenzialmente pericolose sono la conseguenza di comportamenti umani non adeguati alla presenza della specie sul territorio“, ha affermato Pichetto, sottolineando l’importanza di intervenire su tali comportamenti, oltre che sugli esemplari considerati pericolosi.

Secondo il ministro, è necessario valutare “tutte le misure possibili, dai corridoi faunistici alla fornitura di bidoni anti orso“, con l’obiettivo di mitigare il rischio per la popolazione. “Al tempo stesso sono in corso presso ISPRA valutazioni tecniche sull’attuabilità di programmi di sterilizzazione degli esemplari“, ha aggiunto, specificando che tali programmi rappresentano un’alternativa all’abbattimento selettivo e che richiedono attente valutazioni sull’impatto demografico della specie.

Rispondendo alle accuse di inerzia amministrativa, Pichetto ha chiarito che “è alquanto inesatto parlare di inerzia amministrativa dinanzi a tali azioni nazionali e alle attività regionali“. Ha citato in particolare gli sforzi della Provincia autonoma di Trento, ricordando il progetto ‘Life Ursus’, che include attività di comunicazione e misure di sicurezza come i bidoni anti-orso, oltre alla creazione di tavoli di lavoro con la partecipazione di esperti e associazioni ambientaliste.

Infine, Pichetto ha precisato che la struttura del Casteller, menzionata durante l’interrogazione, “mantiene la sua funzione di struttura di primo ricovero temporalmente limitata“. Ha inoltre evidenziato che “la realizzazione degli areali di contenimento degli orsi confidenti non risulta percorribile, poiché non è possibile rieducarli alla selvaticità per il loro successivo reinserimento in natura, come peraltro confermato dalla letteratura scientifica“.

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