Un nuovo studio americano ha acceso ulteriormente i riflettori sull’Ozempic, il noto farmaco antidiabetico utilizzato anche per il dimagrimento, che negli ultimi tempi ha guadagnato popolarità tra le celebrità. Oltre ai benefici già conosciuti, la ricerca suggerisce che il farmaco potrebbe offrire protezione contro l’Alzheimer, una delle forme di demenza più diffuse e preoccupanti per il suo impatto sanitario e sociale.
L’Ozempic e l’Alzheimer
Un team di studiosi della Case Western Reserve School of Medicine di Cleveland, negli Stati Uniti, ha rivelato che la semaglutide, il principio attivo presente nell’Ozempic e nella sua variante anti-obesità Wegovy, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer nei pazienti con diabete di tipo 2. Lo studio, finanziato dai National Institutes of Health (Nih) attraverso il National Institute on Aging e il National Center for Advancing Translational Sciences, è stato pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia.
Secondo gli autori, la semaglutide, che imita l’azione dell’ormone intestinale Glp-1, riduce la fame e aiuta a mantenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue. L’effetto principale della molecola si basa sull’azione sui recettori Glp-1R, il che ha portato il team di ricerca, guidato da Rong Xu, professore di informatica biomedica, ad approfondire l’impatto del farmaco sul cervello.
Xu e il suo team hanno analizzato tre anni di cartelle cliniche elettroniche di quasi un milione di pazienti statunitensi affetti da diabete di tipo 2. Grazie a un approccio statistico che simula un trial clinico randomizzato, hanno scoperto che “i pazienti a cui era stato prescritto semaglutide avevano un rischio significativamente inferiore di sviluppare la malattia di Alzheimer, rispetto a chi aveva assunto uno qualsiasi di altri sette antidiabetici, inclusi altri farmaci mirati a Glp-1R.” I risultati, ha aggiunto Xu, si sono dimostrati “coerenti nei diversi sottogruppi”, indipendentemente dallo stato di obesità, dal sesso e dall’età dei pazienti.
L’Alzheimer, che attualmente colpisce quasi 7 milioni di americani over 65, rappresenta una vera emergenza sanitaria: ogni anno si registrano circa 120.000 decessi, e la malattia è la settima causa di morte negli Stati Uniti, secondo i dati del Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).
Per Xu, i dati emersi da questa ricerca forniscono “prove concrete” del potenziale impatto della semaglutide sulla malattia di Alzheimer, pur sottolineando che “la ricerca preclinica aveva già suggerito che potrebbe proteggere dalla neurodegenerazione e dalla neuroinfiammazione”. Tuttavia, lo scienziato e direttore del Center for AI in Drug Discovery della Facoltà di Medicina di Cleveland avverte che “i limiti dello studio impediscono di trarre conclusioni causali definitive” e che sono necessari ulteriori studi clinici randomizzati per confermare l’efficacia del farmaco come possibile trattamento per l’Alzheimer.
Nonostante il potenziale promettente, gli esperti invitano alla cautela. “Altre ricerche sull’uso del farmaco dovranno essere ulteriormente esaminate attraverso studi clinici randomizzati – conclude Xu – così che terapie alternative possano essere testate come potenziale trattamento per questa malattia debilitante” quale è l’Alzheimer.
Questo studio aggiunge un nuovo tassello alla lunga lista di possibili benefici dell’Ozempic, rendendolo non solo un alleato nella lotta al diabete e all’obesità, ma potenzialmente anche nella prevenzione di una delle malattie più temute del nostro tempo.