Perché il mare assume un colore marrone dopo un’alluvione?

Uno dei fattori principali è il trasporto di sedimenti e detriti. Durante un’alluvione, l’acqua in movimento raccoglie e trascina con sé sedimenti, fango e vari detriti dai terreni allagati verso i corsi d’acqua e infine al mare
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Dopo un’alluvione come quella appena accaduta in Spagna, è comune osservare il mare diventare marrone o assumere tonalità scure lungo la costa. Questo fenomeno è il risultato di una serie di processi interconnessi che si verificano quando grandi quantità di acqua piovana carica di sedimenti e detriti raggiungono rapidamente il mare. Uno dei fattori principali è il trasporto di sedimenti e detriti. Durante un’alluvione, l’acqua in movimento raccoglie e trascina con sé sedimenti, fango e vari detriti dai terreni allagati verso i corsi d’acqua e infine al mare.

Questa massa di materiale in sospensione conferisce all’acqua marina una tonalità scura o marrone, visibile anche a distanza. Quando il volume di acqua dolce contaminata raggiunge rapidamente il mare, la colorazione diventa ancora più evidente.

Un altro elemento importante è l’inquinamento organico. Le acque alluvionali possono contenere grandi quantità di materia organica, come vegetazione in decomposizione, che contribuisce a variazioni cromatiche insolite. Questa materia organica può favorire la proliferazione di microrganismi come batteri e alghe, che possono colorare l’acqua con toni anomali, talvolta rosati o violacei, e causare odori sgradevoli a causa dei processi di decomposizione.

La differenza di densità tra l’acqua dolce alluvionale e l’acqua salata del mare crea una separazione netta tra i due strati. Questo fenomeno, noto come “effetto tappo,” impedisce un’immediata mescolanza delle acque, formando una sorta di macchia visibile sulla superficie del mare che si estende dalla costa. Questo strato di acqua dolce più leggera tende a rimanere in superficie, facendo risaltare la colorazione scura portata dai sedimenti.

Inoltre, l’elevata presenza di materiale organico riduce l’ossigeno disciolto nelle acque marine costiere, il che può causare morie di pesci e proliferazione di microrganismi anaerobici, che a loro volta influiscono ulteriormente sul colore e sull’odore dell’acqua.

Un fattore ulteriore è il terreno, che spesso non riesce ad assorbire l’intenso volume di pioggia caduto in breve tempo. Questo provoca un maggiore deflusso superficiale, che trascina sedimenti verso i corsi d’acqua. L’impatto è ulteriormente amplificato dalle modifiche antropiche del territorio, come cementificazione e deforestazione, che riducono la capacità del terreno di assorbire le acque piovane.

Nonostante l’apparenza torbida e sgradevole dell’acqua dopo un’alluvione, il mare possiede una capacità naturale di “autopulirsi” attraverso la dispersione dei sedimenti e la diluizione progressiva. Tuttavia, in caso di eventi particolarmente intensi, le autorità possono attuare misure temporanee, come il divieto di balneazione, per proteggere la salute pubblica fino a che le condizioni dell’acqua non tornano sicure.

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