Prezzo del Petrolio in picchiata: -5% in poche ore, e non è finita

La situazione geopolitica internazionale migliora, quella economica peggiora, mentre l'offerta è in costante aumento: così il prezzo del petrolio sta crollando
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I prezzi del petrolio sono scesi del 3% nei primi scambi asiatici di oggi, dopo che i media hanno dichiarato che Israele è disposto a non colpire gli obiettivi petroliferi iraniani, attenuando i timori di un’interruzione delle forniture, e dopo che l’OPEC ha abbassato le sue previsioni sulla crescita della domanda globale di petrolio nel 2024 e 2025, riferisce la Reuters.

In Europa si accentuano ulteriormente i ribassi dei prezzi del petrolio. A metà metà seduta in Europa il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord crolla del 4,75% a 73,78 dollari. E negli scambi dell’after hours sul mercato statunitense, il West Texas Intermediate sfiora il meno 5% cadendo a 70,16 dollari, sui minimi da inizio mese. Le quotazioni dell’oro nero hanno imboccato drastiche correzioni ribassiste dopo le rassicurazioni giunte da Israele, sul fatto che la rappresaglia per l’attacco missilistico iraniano prenderà di mira impianti militari, e non sistemi petroliferi quindi. Contestualmente la debolezza dei dati sul commercio estero della Cina alimenta la prospettiva di livelli di domanda debole.

Con questo trend, nei prossimi giorni avremo ulteriori ribassi sui costi dei carburanti in tutti i Paesi, Italia compresa. E i ribassi dovrebbero ulteriormente accelerare tra fine 2024 e 2025.

Energia, l’Aie prevede surplus di petrolio il prossimo anno

Il mercato mondiale del petrolio si sta dirigendo verso un consistente surplus nel nuovo anno. Lo ha affermato l’Agenzia internazionale per l’energia, rassicurando i mercati sul fatto che l’agenzia è pronta ad agire, se necessario, per coprire qualsiasi interruzione dell’approvvigionamento da parte dell’Iran. L’Agenzia ha sottolineato nel report che i prezzi del petrolio sono aumentati nelle ultime settimane a causa del timore degli investitori che Israele possa reagire a un attacco missilistico da parte dell’Iran, importante esportatore di petrolio e membro dell’OPEC, colpendo i suoi impianti petroliferi o i siti nucleari. Tuttavia, l’Aie, che gestisce i conti delle scorte petrolifere di emergenza dei paesi industrializzati, ha affermato lo stoccaggio ha raggiunto oltre 1,2 miliardi di barili e che la capacità inutilizzata dell’OPEC+, che comprende l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e alleati come la Russia, si attesta su massimi storici. “Con l’evolversi degli sviluppi dell’offerta, l’Aie è pronta ad agire se necessario“, ha affermato l’agenzia nel report. “Per ora, l’offerta continua a fluire e, in assenza di una grave interruzione, il mercato si troverà ad affrontare un surplus considerevole nel nuovo anno“.

Sempre nel rapporto, l’Aie ha ulteriormente ridotto le sue previsioni di crescita della domanda globale di petrolio per quest’anno, citando la debolezza della Cina, il giorno dopo che anche l’OPEC ha abbassato le sue proiezioni sulla domanda. Venerdì scorso era stata BP ad avvertire che gli suoi utili del terzo trimestre subiranno una flessione fino a 600 milioni di dollari. La domanda mondiale di petrolio, secondo Aie, salirà comunque di 860.000 barili al giorno quest’anno, in calo di 40.000 barili giornalieri rispetto alle previsioni precedenti. Per l’anno prossimo, prevede un’espansione di 1 milione di barili al giorno, circa 50.000 in più rispetto alle aspettative del mese scorso. Per anni la Cina ha guidato l’aumento globale del consumo di petrolio. L’Aie ha affermato che la crescita economica cinese più lenta e il passaggio ai veicoli elettrici hanno cambiato il paradigma della seconda economia più grande del mondo.

L’agenzia con sede a Parigi prevede ora che la domanda cinese crescerà solo di 150.000 barili al giorno nel 2024, dopo che i consumi sono diminuiti di 500.000 barili al giorno ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, il quarto mese consecutivo di calo. “La domanda cinese di petrolio continua a essere inferiore alle aspettative e rappresenta il principale freno alla crescita complessiva“, ha affermato l’AIE. Ieri anche l’OPEC aveva ridotto le sue previsioni per la crescita della domanda globale nel 2024, prevedendo comunque un’espansione molto più forte di 1,93 milioni di barili al giorno, guidata in parte da un contributo maggiore dalla Cina. Il divario tra le previsioni dell’Aie e dell’OPEC è pari a oltre l’1% della domanda mondiale. Mentre la domanda rallenta, le nazioni non-OPEC stanno facendo aumentare l’offerta. L’Agenzia internazionale per l’energia prevede una crescita non-OPEC di 1,5 milioni di barili al giorno quest’anno e il prossimo, con una produzione maggiore da parte di USA, Guyana, Canada e Brasile, superiore al tasso di crescita della domanda. “Le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza dell’approvvigionamento di petrolio si inseriscono nello scenario di un mercato globale che, come sottolineiamo da tempo, sembra adeguatamente rifornito“, ha concluso l’Aie.

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