L’aumento delle temperature e le ondate di calore marine potrebbero avere conseguenze significative sugli ecosistemi marini e sulla pesca nel Regno Unito nel prossimo futuro. Tuttavia, fino ad oggi, la nazione è stata colpita da pochi episodi davvero preoccupanti. A sottolineare l’importanza di questa questione è uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science, condotto dai ricercatori del National Oceanography Centre, guidati da Zoe Jacobs. Questo team ha caratterizzato per la prima volta le ondate di calore e di freddo marine del Regno Unito.
Gli esperti avvertono che gli oceani si stanno riscaldando a un ritmo allarmante. Nel 2023, per la prima volta, le temperature del mare hanno superato di un grado i livelli preindustriali, causando una serie di eventi di ondate di calore marine in entrambi gli emisferi, compresi Giappone, Sud America e Nord Atlantico. Per definizione, le ondate di calore marine sono periodi di temperature estremamente elevate che possono formarsi in hotspot localizzati, ma anche estendersi su ampie porzioni dei bacini oceanici.
Finora, il Regno Unito ha registrato solo pochi eventi di ondate di calore marine, ma nel giugno 2023 le coste dell’isola sono state interessate da un episodio di breve durata, ampiamente documentato dai media. L’analisi condotta dai ricercatori evidenzia una notevole variabilità regionale nelle acque del Regno Unito, in particolare riguardo alle ondate di calore marine. In media, il Mare del Nord meridionale e la Manica tendono a sperimentare eventi più duraturi (fino a un mese) e di intensità moderata, con temperature massime che raggiungono un grado e mezzo oltre i livelli previsti. Al contrario, il Mare del Nord sembra essere colpito da eventi più brevi (da due a tre settimane) e più intensi, superando i tre gradi in più.
Analizzando i singoli episodi, gli autori notano una notevole variabilità in termini di posizione, intensità, durata e periodo dell’anno. “La nostra ricerca – sostengono – sottolinea l’importanza di condurre ulteriori approfondimenti per comprendere la relazione diretta tra eventi estremi, variabilità e stagionalità. Un’ondata di calore che avviene nel pieno dell’estate potrebbe portare a danni estesi ed elevata mortalità anche nel Regno Unito, così come osservato in altre zone del mondo. Temperature insolitamente calde in inverno potrebbero invece favorire le fioriture di fitoplancton, portando a un aumento della produttività e beneficiando la pesca, o facendo prosperare alghe dannose“.
“Ad ogni modo – concludono gli scienziati – l’ondata di calore osservata lo scorso giugno dovrebbe essere percepita come un campanello d’allarme. Sebbene questi eventi non sembrino duraturi o intensi come i fenomeni simili registrati nel mondo, si stima che, con il cambiamento climatico in atto, diventeranno sempre più frequenti e significativi anche nel Regno Unito. Dobbiamo prepararci a gestire le situazioni emergenziali conseguenti“.