“Grazie all’impegno messo in atto da Renexia, e al supporto del Ministero per le Impese e del Made in Italy, la realizzazione di una filiera industriale italiana per l’industria eolica è ormai a un passo e non dobbiamo assolutamente perdere questa possibilità. Con investimenti mirati possiamo sia raggiungere gli sfidanti traguardi della transizione energetica, sia avviare una nuova opportunità di crescita per il sistema Italia”. Così Mauro Fabris, vicepresidente Anev con delega all’eolico offshore e direttore affari istituzionali e mercato regolato di Renexia, la società del Gruppo industriale abruzzese Toto, specializzata nello sviluppo e nella gestione di impianti da fonti rinnovabili, intervenendo a Trieste in un convegno dedicato all’economia del vento.
Fabris ha ricordato che per l’eolico italiano, Nomisma Energia ha stimato un giro d’affari, da qui al 2050, di 277 miliardi di euro in investimenti per l’onshore, e di 294 miliardi per l’offshore, un potenziale notevole, per una fonte rinnovabile che nel 2023 ha contato su una potenza installata di 12,3 GW, circa il 9% della produzione elettrica complessiva. Inoltre, l’Italia, secondo il Global Wind Energy Council (GWEC), rappresenta il terzo mercato più importante al mondo per quanto concerne l’eolico offshore galleggiante, con un potenziale di 200GW da installare.
“Il nostro paese – aggiunge – può giocare un ruolo di punta per la realizzazione di un nuovo hub energetico che soddisfi la domanda crescente di impianti rinnovabili nel bacino del Mediterraneo, sia al largo delle coste che sulla terraferma. Abbiamo già tecnologie e competenze per sviluppare, ad esempio, il comparto dei floater che rappresenta circa il 40% dell’investimento complessivo per un parco eolico galleggiante. E l’accordo siglato tra Renexia e Ming Yang ci ha permesso di colmare il gap tecnologico che avevamo per la produzione delle turbine, una delle componenti fondamentali di questo settore”.
L’Italia punto di riferimento internazionale
Il protocollo d’intesa tra Renexia e MingYang prevede infatti la costituzione di una newco, a maggioranza italiana, che gestisca una fabbrica di turbine eoliche in Italia, aperta al mercato, e che possa rifornire i mercati dell’area mediterranea. È uno snodo importante anche per l’occupazione, perché oltre a creare circa 1.300 posti di lavoro diretti, il nuovo sito produttivo potrebbe essere l’occasione di convogliare altre aziende, attive in settori contigui, che vogliano investire in questa tecnologia. Renexia ritiene che il completamento di Med Wind, il più importante progetto di eolico offshore galleggiante europeo, con i suoi 2,8 GW, da solo potrebbe garantire la sostenibilità economica dell’intera filiera industriale che verrà realizzata.
L’Italia diventerebbe un punto di riferimento internazionale in un settore dalle enormi potenzialità, vista anche la sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo. “E’ proprio alla luce di questi fattori – conclude Fabris – che con Renexia abbiamo stanziato importanti investimenti. Siamo convinti che chi deciderà di investire per la nascita di una grande industria eolica italiana, contribuirà alla creazione di valore per il Paese garantendo il rispetto dell’ambiente nell’ottica del raggiungimento dell’autonomia energetica”.