Scoperto il più antico girino al mondo: un fossile di 161 milioni di anni riscrive la storia delle rane

L’eccezionale stato di conservazione del fossile ha consentito ai ricercatori di osservare caratteristiche chiave dell’anatomia e del ciclo di sviluppo dei girini
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L’evoluzione degli anfibi senza coda, un gruppo noto scientificamente come Anura, si arricchisce oggi di una scoperta straordinaria: il fossile più antico di un girino, risalente a circa 161 milioni di anni fa, un ritrovamento che modifica la nostra comprensione dell’evoluzione di rane e rospi. Il fossile, descritto questa settimana sulla rivista Nature in uno studio condotto dalla ricercatrice Mariana Chuliver e il suo team, rappresenta una testimonianza unica dei primi stadi evolutivi degli Anura, offrendo nuove informazioni sul ciclo vitale e sull’anatomia di questi affascinanti animali.

Anura: il gruppo degli anfibi senza coda

Gli Anura, gruppo che include rane e rospi, sono conosciuti per il loro caratteristico ciclo vitale a due fasi. La vita di questi animali si svolge inizialmente in acqua, come larve conosciute come girini, per poi subire una profonda metamorfosi che li trasforma in adulti terrestri. Mentre gli esemplari adulti di rane sono documentati nei fossili del Triassico superiore (circa 217-213 milioni di anni fa), i fossili di girini sono estremamente rari e, fino a oggi, la loro documentazione si limitava al Cretaceo (circa 145 milioni di anni fa). Questa nuova scoperta sposta indietro nel tempo la comparsa dei girini di circa 16 milioni di anni, collocandola nel Giurassico medio.

La scoperta in Patagonia: il girino più antico del mondo

Il fossile di girino in questione, classificato come Notobatrachus degiustoi, è stato ritrovato in Patagonia e risale a un periodo compreso tra 168 e 161 milioni di anni fa. È uno degli esemplari di girino meglio conservati mai rinvenuti: la testa, il corpo e una parte della coda sono intatti, insieme a dettagli straordinari come gli occhi, alcuni nervi e un arto anteriore. Tali particolari indicano che questo girino si trovava nelle fasi tardive della metamorfosi, sul punto di trasformarsi in una rana adulta.

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L’eccezionale stato di conservazione del fossile ha consentito ai ricercatori di osservare caratteristiche chiave dell’anatomia e del ciclo di sviluppo dei girini. In particolare, hanno rilevato la presenza di un sistema di alimentazione filtrante simile a quello presente nei girini moderni, suggerendo che questi tratti distintivi si erano già evoluti nei primi Anura circa 161 milioni di anni fa.

Un gigante preistorico: il caso di Notobatrachus degiustoi

Con una lunghezza di circa 16 centimetri, il fossile di girino si presenta come un esemplare gigantesco, se confrontato con i girini attuali, che di norma non superano pochi centimetri. La specie adulta a cui appartiene, Notobatrachus degiustoi, era già conosciuta per il suo gigantismo: le rane adulte di questa specie erano note per le loro dimensioni notevoli, tanto da essere considerate tra le “giganti” del loro tempo.

Il gigantismo è un fenomeno evolutivo documentato in diverse specie di Anura, ma questo caso è particolarmente raro perché sia il girino sia l’adulto presentano dimensioni fuori dal comune. Secondo i paleontologi, il gigantismo del girino e della rana adulta potrebbe rappresentare una risposta evolutiva a particolari pressioni ambientali, come la necessità di dominare una specifica nicchia ecologica o di sfuggire a predatori. Tuttavia, le ragioni di questa evoluzione restano ancora un affascinante mistero da esplorare.

Un nuovo quadro evolutivo

L’importanza di questa scoperta va oltre il singolo esemplare. Il fossile di Notobatrachus degiustoi dimostra che il ciclo di vita a due fasi degli Anura, caratterizzato da una metamorfosi drammatica, si era già sviluppato agli albori dell’evoluzione del gruppo. I ricercatori ipotizzano che il piano corporeo e le caratteristiche distintive dei girini, come il sistema di alimentazione filtrante, si fossero già evoluti milioni di anni fa, indicando che il ciclo vitale degli Anura si era stabilizzato in una forma simile a quella attuale fin dal Giurassico medio.

Paleontologia ed evoluzione degli anfibi

Questa scoperta solleva domande fondamentali sul percorso evolutivo degli anfibi e sul modo in cui sono riusciti a colonizzare così efficacemente diversi habitat. I girini, con la loro vita prevalentemente acquatica, e le rane adulte, che vivono anche in ambienti terrestri, rappresentano uno straordinario esempio di adattamento evolutivo. La scoperta di un girino antico e gigante indica che gli Anura avevano già sperimentato una notevole diversità ecologica e morfologica molto tempo prima di quanto precedentemente immaginato.

Secondo Chuliver e colleghi, l’evoluzione del gigantismo in Notobatrachus degiustoi potrebbe anche aver influenzato la sopravvivenza della specie durante periodi di cambiamenti ambientali estremi, fornendo loro un vantaggio competitivo rispetto ad altre specie di anfibi più piccoli. Tuttavia, rimane incerta la ragione specifica di questo tratto, aprendo nuovi interrogativi sugli adattamenti evolutivi e sull’ecologia delle rane giurassiche.

La scoperta del girino di Notobatrachus degiustoi

La scoperta del girino di Notobatrachus degiustoi costituisce un’importante aggiunta alla documentazione fossile e un nuovo tassello nella comprensione dell’evoluzione degli anfibi. La conferma della presenza di un ciclo vitale in due fasi e delle caratteristiche anatomiche chiave nei girini preistorici sottolinea l’efficacia degli adattamenti evolutivi degli Anura, che hanno permesso loro di prosperare per milioni di anni.

Il girino più antico del mondo, con la sua straordinaria conservazione e le sue implicazioni biologiche, rappresenta una finestra unica su un’era preistorica in cui le rane giganti solcavano i paesaggi giurassici. Proprio come i loro antenati, le rane di oggi continuano a testimoniare la straordinaria capacità di adattamento e di sopravvivenza degli Anura, suggerendo che anche i più piccoli dettagli della storia evolutiva possono fornire una chiave per comprendere la complessità della vita sulla Terra.

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