È stato recentemente scoperto come si generano “le voci“, quei suoni immaginari che spesso sconvolgono l’esistenza di persone affette da disturbi mentali. Uno studio pubblicato su PLOS Biology evidenzia che le allucinazioni uditive sono probabilmente il risultato di anomalie in due circuiti neurali. In particolare, i ricercatori hanno identificato un “circuito” che non riesce a sopprimere i suoni auto-generati e un amplificatore cerebrale che fa percepire questi suoni in modo più intenso di quanto dovrebbe.
Circuiti neurali “in tilt”
Il lavoro è stato guidato da Xing Tian dell’Università di Shanghai, in Cina. I pazienti con disturbi mentali, tra cui la schizofrenia, spesso sentono voci in assenza di stimoli sonori reali. Questa condizione può rendere difficile per loro distinguere tra i propri pensieri e le voci esterne, riducendo la capacità di riconoscere i pensieri come auto-generati.
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno condotto esperimenti utilizzando l’elettroencefalogramma (EEG) per misurare le onde cerebrali di venti pazienti con schizofrenia che sperimentavano allucinazioni uditive e di altri venti pazienti con diagnosi di schizofrenia che non avevano mai vissuto tali esperienze. Di norma, quando le persone si preparano a parlare, il loro cervello invia un segnale noto come “scarico corollario“, che sopprime il suono della propria voce. Tuttavia, i risultati dello studio hanno rivelato che, quando i pazienti con allucinazioni uditive si preparavano a pronunciare una sillaba, i loro cervelli non solo non riuscivano a sopprimere i suoni interni, ma presentavano anche una risposta potenziata a questi suoni.
Gli autori dello studio concludono che i deficit in questi due processi neurali probabilmente contribuiscono alle allucinazioni uditive. “Le persone che soffrono di allucinazioni uditive possono ‘sentire’ suoni che non esistono. Le disfunzioni osservate nel cervello di questi pazienti potrebbero essere alla base della perdita della capacità di distinguere tra fantasia e realtà“, affermano gli autori del lavoro. Comprendere come controllare questi processi potrebbe, in futuro, portare a nuovi trattamenti per le allucinazioni uditive.