Padroni investono fino a 70mila euro per clonare i loro compagni a quattro zampe

Una volta che il DNA è stato estratto dal tessuto dell'animale, questo viene inserito in un ovulo donatore a cui è stato rimosso il nucleo
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La morte di un animale domestico è un evento che lascia un vuoto incolmabile nel cuore di chi lo ha amato. Tuttavia, in un mondo sempre più avanzato tecnologicamente, c’è un’azienda nel Regno Unito che promette di alleviare quel dolore in un modo che, fino a pochi anni fa, sarebbe stato impensabile: attraverso la clonazione. La Gemini Genetics, situata nello Shropshire, offre ai proprietari la possibilità di riportare alla vita i propri animali, o almeno una loro copia geneticamente identica, utilizzando tecniche avanzate di clonazione. Un servizio dal costo elevato, che può arrivare fino a 70.000 euro, e che continua a sollevare dibattiti etici.

La promessa della clonazione

Il processo di clonazione non è certo una novità assoluta nel panorama scientifico. La clonazione animale è diventata famosa già nel 1996 con la nascita della pecora Dolly, il primo mammifero clonato a partire da una cellula somatica adulta. Da allora, la tecnologia è progredita enormemente. Lucy Morgan, responsabile del laboratorio di clonazione di Gemini Genetics, spiega: “La prima cosa che pensano le persone quando sentono parlare di clonazione è la pecora Dolly, ma la tecnologia è ormai avanzata. La clonazione è un tabù perché è una scienza ancora relativamente nuova. Ma proprio come i nostri cellulari si sono evoluti negli ultimi vent’anni, anche la tecnologia legata alla clonazione si è evoluta“.

Il prezzo, tuttavia, non è accessibile a tutti. Per la clonazione di un animale domestico, il costo parte da 45.000 euro e può arrivare fino a 70.000, una cifra che pochi possono permettersi. Eppure, la richiesta è in crescita, con sempre più proprietari disposti a spendere somme considerevoli pur di “riavere” il proprio amico a quattro zampe.

Come funziona il processo di clonazione?

Il metodo utilizzato da Gemini Genetics è una variante del trasferimento nucleare di cellule somatiche (SCNT), lo stesso che venne usato per creare Dolly. Il processo deve iniziare entro pochi giorni dalla morte dell’animale, solitamente non più di cinque, durante i quali vengono prelevati campioni di tessuto. Questi campioni sono successivamente congelati in azoto liquido, dove possono essere conservati per un periodo indefinito, finché il proprietario non decide di procedere con la clonazione.

Una volta che il DNA è stato estratto dal tessuto dell’animale, questo viene inserito in un ovulo donatore a cui è stato rimosso il nucleo. Questo ovulo, contenente il DNA del defunto animale, inizia a dividersi e formare un embrione. L’embrione clonato viene poi impiantato in una “madre” surrogata, che porterà a termine la gravidanza e darà alla luce l’animale clonato. Questo nuovo essere vivente sarà una copia genetica dell’originale, sebbene non possa mai essere identico dal punto di vista comportamentale o affettivo.

Il caso di Kelly Anderson e il gatto clonato Belle

Tra i clienti di Gemini Genetics, uno dei casi più discussi è quello di Kelly Anderson, che ha deciso di clonare il suo defunto gatto. Il risultato di questa operazione è stato Belle, una copia geneticamente identica del suo primo felino, per la cifra di 22.000 euro. Nonostante il costo elevato, Kelly si sente soddisfatta della scelta, ma ci tiene a precisare: “Molte persone pensano che l’ho fatto perché volessi riportare in vita il mio gatto, ma non è così. Volevo solo portare con me un pezzo del mio gatto. Non tratto Belle come una copia“. Questa testimonianza evidenzia come per molti proprietari la clonazione non sia semplicemente un tentativo di riportare in vita il proprio animale, ma piuttosto un modo per mantenere viva una parte di quella connessione affettiva.

Clonazione e dilemmi etici

L’idea di clonare un animale domestico, sebbene affascinante dal punto di vista tecnologico, solleva una serie di questioni etiche. Alcuni critici sostengono che la clonazione, specialmente di animali da compagnia, è una pratica che sfrutta il dolore dei proprietari, inducendoli a spendere cifre spropositate in un momento di vulnerabilità emotiva. Inoltre, c’è chi sostiene che clonare un animale non restituirà mai lo stesso legame affettivo, poiché il comportamento e la personalità sono il risultato non solo del DNA, ma anche delle esperienze di vita uniche di ogni individuo.

Dal punto di vista tecnico, la clonazione non è priva di rischi. Nonostante i progressi, il tasso di successo è ancora relativamente basso e non tutti gli embrioni clonati si sviluppano correttamente. Anche gli animali che sopravvivono possono manifestare problemi di salute a lungo termine. Per questo, molte associazioni animaliste esprimono preoccupazione riguardo alle pratiche di clonazione, sottolineando che i benefici per i proprietari non sempre giustificano il potenziale sofferenza degli animali coinvolti nel processo.

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