“Siamo immortali”: la scienziata Sabine Hossenfelder riscrive la fisica

Questo approccio suggerisce che la coscienza possa persistere oltre la morte biologica, non essendo soggetta alla medesima mortalità del corpo
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Sabine Hossenfelder, fisica teorica di rinomata fama e ricercatrice presso l’Istituto per le Scienze Nucleari di Francoforte, emerge come una delle voci più illuminate e provocatorie del dibattito contemporaneo sull’esistenza, la vita, la morte e le implicazioni cosmiche dell’universo. La sua opera, “Existential Physics”, rappresenta un compendio di riflessioni che non si limitano a una mera esposizione delle scoperte scientifiche, ma si avventurano in un’indagine profonda e articolata delle leggi fisiche che governano il nostro universo, esaminando al contempo le loro ripercussioni ontologiche e metafisiche.

La fisica dell’informazione

Uno dei principi cardine che Hossenfelder analizza è quello della conservazione dell’informazione, un concetto fondamentale nella meccanica quantistica. Secondo questo principio, l’informazione, in tutte le sue forme, non può essere né distrutta né creata, ma può subire metamorfosi e trasformazioni. Nelle interazioni quantistiche, ogni sistema è descritto attraverso una funzione d’onda, la quale incapsula tutte le informazioni rilevanti riguardo allo stato del sistema stesso. Quando una particella viene sottoposta a misurazione, la sua funzione d’onda collassa in uno stato definito, rivelando informazioni specifiche, ma le informazioni riguardanti gli stati potenziali precedenti non vengono obliterate; esse continuano a esistere in un contesto più ampio, spesso inaccessibile alla nostra esperienza diretta.

Il teorema di no-hair dei buchi neri

Un esempio emblematico di questo principio è rappresentato dal teorema di no-hair dei buchi neri, il quale postula che questi ultimi possano essere completamente descritti attraverso un numero limitato di grandezze fisiche: massa, carica e momento angolare. Tuttavia, la questione di cosa accada alle informazioni contenute all’interno di un buco nero ha generato un intenso dibattito tra i fisici teorici.

Il celebre fisico Stephen Hawking, con la sua proposta innovativa, ha suggerito che l’informazione possa perdersi nel processo di evaporazione di un buco nero. Al contrario, Hossenfelder, insieme ad altri fisici contemporanei, sostiene l’idea che l’informazione sia in effetti conservata e possa essere recuperata in modi che sfuggono ancora alla nostra comprensione. La controversia riguardante il destino delle informazioni assorbite da un buco nero continua a stimolare ricerche e dibattiti, conducendo a congetture che spaziano dalla conservazione dell’informazione sull’orizzonte degli eventi alla sua eventuale restituzione sotto forma di radiazione Hawking.

Entropia, informazione e la vita

Il secondo principio della termodinamica, secondo cui l’entropia di un sistema isolato tende ad aumentare, offre un’ulteriore chiave interpretativa delle dinamiche universali. L’entropia, intesa come misura del disordine, viene utilizzata da Hossenfelder per postulare che la vita biologica possa essere concepita come un processo di organizzazione dell’informazione che contrasta la naturale inclinazione all’incremento dell’entropia. Gli organismi viventi, attraverso processi biologici complessi, sono in grado di mantenere e strutturare l’informazione, creando sistemi che sfidano la tendenza al disordine.

Questa concezione trova sostegno nelle teorie della biologia dell’informazione, le quali considerano l’informazione genetica come un linguaggio che regola lo sviluppo e il funzionamento degli organismi. L’idea che i processi vitali non si esauriscano in meccanismi puramente fisici, ma si manifestino come sistemi informativi complessi, suggerisce che, sebbene la vita come la conosciamo possa cessare, l’informazione biologica che la compone non venga distrutta, ma possa continuare a esistere in forme alternative. Ad esempio, il DNA, custode di informazioni genetiche, può persistere per lungo tempo anche oltre la morte dell’organismo.

Meccanica quantistica e immortalità

Hossenfelder illustra con lucidità un concetto cruciale della meccanica quantistica: la sovrapposizione, per cui le particelle possono coesistere in più stati simultaneamente fino a quando non avviene una misurazione. Questo fenomeno implica che la nostra percezione della realtà è, in parte, una costruzione soggettiva e contingente. L’idea di una realtà quantistica in cui le possibilità coesistono offre una nuova prospettiva sull’esistenza e sulla morte, conducendo a riflessioni sul nostro ruolo di osservatori e sull’impatto che la coscienza esercita sulla manifestazione della realtà.

Implicazioni sulla natura della coscienza

L’esplorazione di Hossenfelder induce a interrogarsi sulla natura della coscienza. Se gli stati quantistici possono esistere in sovrapposizione, allora anche la coscienza potrebbe non essere confinata a uno stato definito. Questo approccio suggerisce che la coscienza possa persistere oltre la morte biologica, non essendo soggetta alla medesima mortalità del corpo. La connessione tra coscienza e meccanica quantistica è un tema di fervente dibattito, con scienziati come Roger Penrose e Stuart Hameroff che propongono modelli quantistici della coscienza. Tali modelli ipotizzano che la coscienza emerga da processi quantistici a livello neuronale, insinuando la possibilità che la coscienza stessa possieda una dimensione che trascende l’esistenza fisica e biologica.

Paradosso di Schrödinger e vita e morte

Un’altra illustrazione esemplare è rappresentata dal paradosso di Schrödinger, il quale si articola attorno alla rappresentazione di un gatto che, in un contesto quantistico, può essere considerato sia vivo che morto fino al momento dell’osservazione. Analogamente, Hossenfelder suggerisce che la nostra esistenza possa essere interpretata in un contesto similare: una sovrapposizione di stati di vita e morte, in cui l’osservazione e l’interazione giocano un ruolo cruciale nella manifestazione della realtà. Questa analogia invita a riflettere sul ruolo dell’osservatore nel panorama della realtà quantistica e sulla possibilità che la coscienza stessa possa influenzare eventi fisici.

L’origine dell’universo: il Big Bang e oltre

La teoria del Big Bang rappresenta l’interpretazione scientifica più accreditata per l’origine dell’universo. Essa descrive un’espansione iniziale tumultuosa e caotica da uno stato di estrema densità e temperatura, generando spazio, tempo e materia. Tuttavia, Hossenfelder invita a riflettere criticamente sulle assunzioni fondamentali di questa teoria. Sebbene essa possa spiegare molte osservazioni cosmologiche, come la radiazione cosmica di fondo e l’espansione accelerata dell’universo, permangono numerosi interrogativi circa le condizioni iniziali e il contesto pre-Big Bang. La complessità dell’universo attuale solleva domande sullo stato dell’universo prima di questo evento catastrofico, spingendo i ricercatori a indagare le possibili origini.

Modelli alternativi

Negli ultimi decenni, i fisici hanno elaborato diversi modelli alternativi per interpretare l’origine e l’evoluzione dell’universo. Tra questi, il modello ciclico, il quale propone che l’universo attraversi fasi di espansione e contrazione, suggerendo un ciclo eterno di nascita e morte. Questa idea sfida la concezione lineare della storia cosmica e apre a una riflessione sulla natura ciclica della realtà. Inoltre, il concetto di multiverso, nel quale il nostro universo è solo uno dei molteplici esistenti, offre un ulteriore strato di complessità. Hossenfelder esamina queste teorie, mettendo in luce che, sebbene speculative, esse riflettono la crescente comprensione delle leggi fondamentali che governano l’universo. La nozione di multiverso comporta implicazioni profonde per la nostra concezione di realtà, suggerendo che esistano infiniti universi coesistenti, ciascuno caratterizzato da leggi fisiche e condizioni iniziali peculiari.

La scienza ci offre strumenti per esplorare e comprendere il mondo che ci circonda, ma la vera essenza della nostra esperienza risiede nel qui e ora. In un’epoca in cui le questioni esistenziali e le sfide scientifiche si intrecciano sempre più, abbracciare la vita con consapevolezza e determinazione diventa non solo un’opzione, ma una necessità

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