L’Unione Europea ha ribadito che “la produzione dell’energia nucleare in modo sicuro e protetto è una priorità assoluta“. Questo messaggio proviene dalla Direzione generale dell’Energia della Commissione europea, che ha fornito un aggiornamento sul sistema di sicurezza degli impianti nucleari nell’UE. Secondo i dati Eurostat, nel 2023 le centrali nucleari hanno contribuito per il 22,8% alla produzione energetica complessiva dell’Unione. Tuttavia, “la situazione tra i Paesi dell’UE varia“, con alcuni Stati che dispongono di uno o più impianti, mentre altri non ne hanno affatto. Alcuni Paesi prevedono di continuare o espandere la produzione nucleare, mentre altri hanno scelto di interromperla o di vietare la costruzione di nuove centrali.
In questo contesto, “gli operatori nucleari, sotto la supervisione delle autorità di regolamentazione nazionali per la sicurezza nucleare, sono responsabili della sicurezza dei loro impianti“, seguendo le linee guida stabilite dalla direttiva sulla sicurezza nucleare dell’Euratom. Questa direttiva, modificata nel 2014 in seguito all’incidente di Fukushima nel 2011, “rafforza i poteri e l’indipendenza delle autorità di regolamentazione competenti”. Essa ha anche l’obiettivo di “attuare un obiettivo di sicurezza nucleare per prevenire incidenti, attenuare le conseguenze in caso di incidente ed evitare rilasci radioattivi accidentali“.
Ulteriori aspetti della direttiva comprendono la “trasparenza fornendo informazioni pubbliche“, l'”offerta di opportunità di partecipazione pubblica al processo decisionale“, e l'”esecuzione di una valutazione iniziale specifica dell’impianto, integrata da revisioni periodiche della sicurezza, almeno ogni 10 anni“. Inoltre, essa “emana requisiti specifici per la gestione degli incidenti e la preparazione e la risposta alle emergenze in loco” e “richiede autovalutazioni periodiche“.
A queste misure si aggiunge il Forum europeo sull’energia nucleare (Enef), una piattaforma di dialogo per discutere delle opportunità e dei rischi legati all’energia nucleare in collaborazione con i Paesi membri dell’UE e le parti interessate. L’Ensreg, un gruppo consultivo indipendente di esperti, ha il compito di “aiutare a stabilire le condizioni per un miglioramento continuo e raggiungere un’intesa comune nei settori della sicurezza nucleare e della gestione dei rifiuti radioattivi“, come specificato dalla Dg.
In aggiunta, la direttiva sulla sicurezza nucleare richiede ai Paesi dell’UE di presentare relazioni nazionali alla Commissione sull’attuazione delle normative. La Dg sottolinea che, in seguito all’incidente di Fukushima, sono stati condotti stress test su tutte le centrali nucleari dell’UE. “Secondo i test, gli standard di sicurezza delle centrali nucleari europee si sono dimostrati generalmente elevati, ma sono stati raccomandati ulteriori miglioramenti“, evidenzia la Dg. “Sebbene l’attuazione delle raccomandazioni degli stress test sia una responsabilità nazionale, la Commissione si impegna a supportare i Paesi dell’UE e segue da vicino l’attuazione dei piani d’azione nazionali“.
Infine, la Dg mette in evidenza che la Commissione mantiene “una cooperazione di lunga data con organizzazioni internazionali e Paesi extra-UE nel campo della sicurezza nucleare“, collaborando con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, l’Agenzia per l’energia nucleare dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e lo Strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare.