Spazio, lanciata la missione Europa Clipper: obiettivo l’enigmatica luna di Giove

Un razzo Falcon Heavy di SpaceX ha lanciato Europa Clipper, una delle missioni più ambiziose della storia della NASA
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Lanciata Europa Clipper, una delle missioni più ambiziose della storia della NASA. Il lancio è stato realizzato con successo alle 18:06 italiane, come da programma, da un razzo Falcon Heavy di SpaceX dal Kennedy Space Center in Florida. I propulsori laterali del razzo si sono separati per cadere nell’Atlantico: non verranno riutilizzati in quanto hanno dovuto garantire tutta la spinta possibile durante la fase di messa in orbita.

Obiettivo della missione Europa Clipper è esplorare una delle lune più enigmatiche di Giove, Europa. La missione, il cui obiettivo principale è quello di indagare sulle condizioni per la vita su questo satellite ghiacciato, potrebbe offrire nuove risposte alla domanda fondamentale che ci poniamo da sempre: siamo soli nell’universo?

Tecnologia italiana a bordo

La sonda, che esaminerà da vicino lo spesso strato ghiacciato che ricopre la superficie della luna gioviana ed il grande oceano di acqua liquida che sembra custodire, vede anche un importante contributo scientifico italiano. In particolare, il radar a bordo che dovrà scrutare attraverso il ghiaccio è stato sviluppato insieme all’Università di Trento: si tratta del gemello di quello presente sulla sonda Juice dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciata nell’aprile 2023 e ora in viaggio verso Giove ed i suoi satelliti.

Le due missioni, infatti, erano state inizialmente progettate come un’unica congiunta. “La prospettiva di avere due missioni operative in tempi vicini nel sistema gioviano, con a bordo due radar finalmente in grado di svelare i misteri che si nascondono sotto la superficie di Europa, Ganimede e Callisto è estremamente affascinante”, commenta Lorenzo Bruzzone dell’Università di Trento, membro del team scientifico ESA-NASA che aveva progettato la missione congiunta e i due radar. “Sarà possibile fare luce su uno degli aspetti che più hanno stimolato la fantasia dei ricercatori e dei planetologi di tutto il mondo. Occorrerà ancora un po’ di pazienza – aggiunge Bruzzone – ma a partire dal 2030 le nuove generazioni di ricercatori avranno davvero a disposizione un’enorme quantità di dati, capace di far compiere un notevole passo in avanti nella comprensione del Sistema Solare e di rivoluzionare le nostre conoscenze sulle possibilità di presenza di vita al suo interno”.

Una missione di almeno 10 anni

Europa Clipper è una missione pensata per durare almeno 10 anni. Una volta arrivata alla sua meta, la sonda non entrerà in orbita attorno a Europa, perché le forti radiazioni prodotte da Giove in prossimità di questa luna danneggerebbero molto velocemente i suoi strumenti. Il piano, invece, è quello di avvicinarsi solo durante i 49 sorvoli a bassa quota previsti, tenendosi a distanza di sicurezza per il resto del tempo. Questi passaggi ravvicinati, che faranno scendere Europa Clipper fino a 25 chilometri dalla superficie, saranno sufficienti a disegnare una mappa quasi completa della superficie e a capire se il satellite offre condizioni adatte ad ospitare la vita.

La sonda è la più grande mai progettata dalla NASA per l’esplorazione interplanetaria: pesa 5.700kg ed è larga 30 metri una volta estesi i suoi immensi pannelli solari, progettati per catturare la flebile luce che raggiunge Giove. Europa Clipper girerà intorno al pianeta ogni 21 giorni. Il radar di bordo cercherà di penetrare lo strato di ghiaccio della luna, che si ritiene abbia uno spessore compreso tra 15 e 24 chilometri. L’oceano sottostante potrebbe essere profondo 120km o più. L’esplorazione durerà fino al 2034.

Europa è uno dei luoghi più promettenti per cercare la vita oltre la Terra“, aveva detto in una conferenza stampa Gina DiBraccio, vicedirettrice della NASA. “Questa è per noi un’opportunità per esplorare non un mondo che poteva essere abitabile miliardi di anni fa“, come Marte, “ma un mondo che potrebbe essere abitabile oggi, proprio adesso”, ha affermato con entusiasmo Curt Niebur, responsabile scientifico della missione.

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