Studio Lancet su clima e salute, Greenpeace: “le aziende fossili devono pagare per i danni causati”

"È inaccettabile che, mentre questa emergenza avanza in modo sempre più violento, le aziende di combustibili fossili accumulino miliardi su miliardi di profitti"
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Commentando lo studio pubblicato in queste ore da The Lancet, in cui si afferma che la crisi climatica sta raggiungendo livelli di minaccia record per la salute globale, Chiara Campione, Direttore del Programma di Greenpeace Italia, dichiara: “l’ultimo rapporto di The Lancet descrive purtroppo la devastante realtà a cui assistiamo ormai quotidianamente: la crisi climatica sta già mettendo a rischio la salute e la vita di milioni di persone. È inaccettabile che, mentre questa emergenza avanza in modo sempre più violento, le aziende di combustibili fossili come ENI accumulino miliardi su miliardi di profitti. Soldi che, anziché continuare ad alimentare i cambiamenti climatici, potrebbero essere invece destinati per proteggere la salute e il futuro dell’umanità. Mentre le grandi aziende fossili guadagnano, siamo tutte e tutti noi a pagare rischiando la vita, la perdita di persone care, di ricordi, di patrimoni culturali, di legami con la nostra casa e le radici che ci connettono alle nostre comunità”. 

Secondo quanto riportato da The Lancet, i decessi causati dal caldo  sono aumentati del 167% tra le persone sopra i 65 anni rispetto agli anni Novanta, mentre le emissioni di gas serra continuano a infrangere ogni record storico. L’esposizione al caldo, inoltre, influisce sempre più negativamente sull’attività fisica e sulla qualità del sonno, incidendo così sulla nostra salute fisica e mentale.

Greenpeace Italia chiede con urgenza che “le grandi compagnie fossili come ENI  paghino per riparare i danni causati. Non è più tempo di compromessi: l’era dei combustibili fossili è giunta alla sua fine, e chi ha tratto profitto dal disastro climatico deve rispondere delle proprie responsabilità, senza scuse e senza ritardi”.

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