La tempesta geomagnetica che ha colpito la Terra il 10 ottobre scorso ha conquistato un posto tra le tre più forti degli ultimi dieci anni. Questo è evidenziato dal crollo dell’indice di disturbo del campo geomagnetico, che ha rivelato una significativa perturbazione nel campo magnetico terrestre.
Tra i primi a valutare gli effetti di questo fenomeno è stato il gruppo Space Weather dell’Università dell’Aquila, un ente di riferimento per lo studio del meteo spaziale. Tra gli esiti più straordinari dell’evento ci sono state le aurore, che hanno rischiarato anche i cieli sopra il Gran Sasso.
I dati raccolti dal gruppo Space Weather offrono un quadro chiaro della potenza della tempesta geomagnetica. “Le comunicazioni satellitari e quelle ad alta frequenza hanno subito dei forti disturbi e in alcuni casi si sono interrotte“, ha sottolineato Giulia D’Angelo, ricercatrice presso l’Ateneo abruzzese. “Allo stesso tempo, sono stati osservati disturbi nei segnali inviati dai satelliti della rete di navigazione – dice D’Angelo – di cui fanno parte la rete americana Gps e quella europea Galileo“.
Mirko Piersanti, professore all’Università dell’Aquila, ha evidenziato ulteriori preoccupazioni. “Inoltre, le reti elettriche nazionali di tutta Europa hanno subito un grosso stress, rischiando anche il black-out“, ha dichiarato. “Dai nostri dati preliminari, è stato possibile stabilire che ci sono state fortissime correnti elettriche che hanno messo a rischio la rete elettrica nazionale – conclude Piersanti – specialmente nel Nord Italia. Lo dimostrano, ad esempio, le misurazioni effettuate a Castello Tesino, in provincia di Trento“.
Questo evento sottolinea l’importanza di monitorare e studiare i fenomeni geomagnetici, sia per la sicurezza delle comunicazioni che per la stabilità delle reti elettriche.