Terremoti ‘made in Alaska’: la grande favola dei riscaldatori ionosferici

I riscaldatori ionosferici, tecnologie sviluppate per l'analisi dell'interazione tra onde radio e l'alta atmosfera, sono stati citati come potenziali strumenti di influenza su eventi geofisici come i terremoti
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Nel maggio 2011, un studio accademico pubblicato sul portale della Cornell University ha suscitato un acceso dibattito in alcune comunità scientifiche e tra sostenitori di teorie alternative. La ricerca, realizzata da un team di scienziati tra cui Dimitar Ouzounov e Sergey Pulinets, ha indagato su una possibile correlazione tra attività ionosferica e la generazione di terremoti di elevata magnitudo, provocando speculazioni circa l’uso di tecnologie per influenzare tali eventi naturali. L’attenzione si è concentrata principalmente su strutture come H.A.A.R.P., un programma di ricerca statunitense situato in Alaska, e sulla stazione di Tromsø in Norvegia, entrambe impiegate per studiare la ionosfera tramite l’emissione di onde radio.

I riscaldatori ionosferici, tecnologie sviluppate per l’analisi dell’interazione tra onde radio e l’alta atmosfera, sono stati citati come potenziali strumenti di influenza su eventi geofisici come i terremoti. Questa teoria suggerisce che emissioni a bassa frequenza possano alterare il comportamento delle placche tettoniche, scatenando terremoti di magnitudo superiore a 7.

Tuttavia, la comunità scientifica è estremamente scettica riguardo a queste affermazioni. I terremoti sono fenomeni complessi, derivanti da forze naturali enormi associate al movimento delle placche tettoniche. La teoria secondo cui strumenti come H.A.A.R.P. possano controllare o indurre terremoti non trova riscontri concreti e manca di una solida base scientifica. I ricercatori che si occupano di geofisica e sismologia sottolineano che l’energia necessaria a provocare un terremoto di grande magnitudo supera di gran lunga qualsiasi potenza tecnologica attualmente disponibile.

Lo studio citato si occupa di rilevare potenziali segnali pre-sismici, come variazioni nelle emissioni elettromagnetiche o cambiamenti nella ionosfera, in un contesto di ricerca sulla previsione sismica, non di controllo intenzionale. Il fatto che questi studi siano talvolta pubblicati su archivi aperti come arXiv non implica che abbiano superato una revisione paritaria o che le conclusioni siano ampiamente accettate.

In sintesi, non ci sono prove scientifiche solide che supportino l’idea che armi ionosferiche possano causare terremoti. La correlazione tra attività ionosferica e sismi rimane oggetto di speculazioni, mentre le ricerche in questo campo si concentrano principalmente sulla previsione piuttosto che sulla manipolazione dei fenomeni naturali.

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