L’UE a rischio: debolezze strutturali frenano la risposta ai cambiamenti climatici

L'Ue rischia di non stare al passo con i cambiamenti climatici, avverte la Corte dei Conti Ue nell'ultima relazione sulle politiche europee
MeteoWeb

Un quadro “solido”, ma ancora qualche debolezza che frena la risposta europea alle ormai sempre più frequenti e devastanti ondate di calore, di siccità e inondazioni. L’Ue rischia di non “stare al passo con i cambiamenti climatici”, avverte la Corte dei Conti Ue nell’ultima relazione sulle politiche europee di adattamento ai cambiamenti climatici, che anticipa di qualche mese il piano per l’adattamento ai cambiamenti climatici che Ursula von der Leyen ha affidato alla commissaria designata per l’Ambiente, la svedese Jessika Roswall.

L’Ue ha incanalato verso l’adattamento almeno 8 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 e 26 miliardi di euro nel periodo 2021-2027, ma per i revisori di Lussemburgo resta difficile quantificare le risorse effettivamente destinate in questa direzione. Questo perché, viene spiegato, si tratta di una politica trasversale e quindi i finanziamenti dell’Ue non arrivano da un canale unico, ma tanto dall’agricoltura quanto dalla coesione e la ricerca.

La rendicontazione che fa Bruxelles “manca di indicatori comuni per misurare i progressi verso la resilienza climatica entro il 2050”, dunque la tracciabilità dei finanziamenti “è problematica e rende difficile valutare l’impatto di quest’ultimo”, si legge nel report. Per evitare di fallire nel raggiungimento della resilienza ai cambiamenti climatici entro il 2050, i revisori di Lussemburgo raccomandano di sviluppare e promuovere meglio gli strumenti dell’Ue per l’adattamento ai cambiamenti climatici e “far sì che tutti i progetti pertinenti finanziati dall’Ue siano adattati alle condizioni climatiche presenti e future”. Ricordando che l’inazione sugli obiettivi di Parigi sul clima costerebbe una perdita economica annuale compresa tra 42 e 175 miliardi di euro.

Condividi