L’Unione Europea si libera dalla dipendenza dell’uranio russo

Il commissario europeo all'Energia Kadri Simson ha parlato delle mosse dell'Unione Europea sull'uranio russo
MeteoWeb

L’Unione Europea si sta liberando “gradualmente” della sua dipendenza dall’uranio russo, usato per le centrali nucleari in alcuni Paesi membri dell’Ue. Lo assicura il commissario europeo all’Energia Kadri Simson, nella risposta ad una interrogazione presentata da Thomas Pellerin-Carlin, eurodeputato francese di Place Publique, partito di centrosinistra francese fondato, tra gli altri, da Raphael Glucksmann. In risposta alla guerra di aggressione su vasta scala della Russia contro l’Ucraina, scrive Simson, l’Ue “ha deciso di eliminare gradualmente la sua residua dipendenza dalla Russia. Il piano RePowerEu sottolinea ulteriormente la necessità di diversificare e garantire fonti alternative di uranio, nonché di aumentare le capacità di conversione, arricchimento e fabbricazione di combustibile”.

La Commissione e l’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom (Esa) “hanno collaborato con gli Stati membri interessati, per valutare le dipendenze e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento nella catena del valore del nucleare. Le società di servizi pubblici hanno adottato misure per diversificare le proprie forniture, aumentare le scorte di materiale e combustibile nucleare e prepararsi a potenziali interruzioni delle forniture”. L’elettricità prodotta nei reattori di progettazione sovietica (dipendenti dalla fornitura di combustibile russo) “rappresenta circa il 10% della capacità elettrica nucleare lorda dell’Ue. Le società che gestiscono questi reattori in Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Finlandia hanno firmato contratti di fornitura con fornitori di combustibili alternativi e stanno portando avanti il processo di licenza per i nuovi combustibili (già testati da diverse società di servizi)”.

Le miniere di uranio nei Paesi

Nel frattempo, “le miniere di uranio messe fuori servizio negli Stati Uniti, in Australia, Canada e Africa sono tornate in funzione, e si sta sviluppando ulteriore capacità di conversione e arricchimento nell’Ue, nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Canada. La Commissione e l’Esa continuano a monitorare il mercato e la situazione dell’offerta e collaborano con i servizi pubblici e le autorità nazionali per garantire la diversificazione dell’offerta nel settore nucleare civile”.

Condividi