Vulcano: l’Ingv avvia un set di misure geofisiche e geochimiche nella Baia di Levante e Faraglione

L’obiettivo di questo set di misure è creare un geodatabase integrato che fornisca una visione d’insieme dei fenomeni attivi nella zona
MeteoWeb

Nell’ambito del progetto “Pianeta dinamico – Wundervul“, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha avviato una serie di misure geofisiche e geochimiche sull’isola di Vulcano, in particolare nell’area della Baia di Levante e del Faraglione. Il progetto coinvolge gruppi di ricerca delle sezioni Ingv di Palermo, Catania, Napoli, Roma e Roma 1, che stanno conducendo rilevazioni in simultanea su vari parametri legati all’attività vulcanica.

Tra le misure effettuate, i ricercatori stanno monitorando il flusso di CO₂ (anidride carbonica) dalla superficie della pozza dei fanghi e dal suolo, insieme alla concentrazione di CO₂ e H₂S (idrogeno solforato) nell’aria. Queste rilevazioni sono fondamentali per comprendere il comportamento del vulcano, che emette gas potenzialmente pericolosi per la salute, specialmente in una zona turistica come questa.

Le misurazioni dell’INGV su Vulcano includono anche la temperatura del suolo e segnali infrasonici, rilevati tramite una mini-rete di sensori acustici e un velocimetro. Inoltre, viene effettuato il monitoraggio del degassamento sottomarino con un idrofono e misure di resistività elettrica per valutare le variazioni del sottosuolo. Una stazione meteo dotata di anemometro è stata installata per raccogliere dati meteorologici, essenziali per correlare l’attività vulcanica con le condizioni atmosferiche.

L’obiettivo di questo set di misure è creare un geodatabase integrato che fornisca una visione d’insieme dei fenomeni attivi nella zona. Quest’area, molto frequentata dai turisti soprattutto durante l’estate, è particolarmente vulnerabile a fenomeni potenzialmente pericolosi legati alle emissioni gassose.

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