Il 14 novembre del 1951 iniziava l’alluvione del Polesine

L’alluvione provocò quasi 100 vittime e danni incalcolabili
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Oggi, 14 novembre, ricorre l’anniversario di uno degli eventi alluvionali più tragici della storia italiana moderna: l’alluvione del Polesine del 1951. Il fiume Po ruppe gli argini nella provincia di Rovigo e in parte della provincia di Venezia, causando una devastazione di proporzioni enormi. L’acqua fuoriuscì nella mattina del 14 novembre, tracimando a Occhiobello e Canaro e, successivamente, rompendo gli argini in più punti, come Paviole, Bosco e Malcantone.

Il disastro, alimentato da settimane di piogge intense nel bacino del Po, sommerse i campi e i paesi del Polesine, una zona caratterizzata da ampie aree rurali e abitate in prevalenza da famiglie contadine. In pochi giorni, migliaia di persone furono costrette a lasciare le loro case, mentre le acque travolgevano interi villaggi. L’alluvione provocò quasi 100 vittime e danni incalcolabili all’economia della regione, segnando profondamente la memoria collettiva del dopoguerra.

L’alluvione del Polesine rappresentò purtroppo l’inizio di una lunga serie di disastri idrogeologici in Italia, sottolineando l’urgenza di una pianificazione più attenta per la protezione dei territori a rischio, una lezione che resta attuale ancora oggi.

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