Il 16 novembre 1922 il “Discorso del bivacco” di Benito Mussolini

Il "Discorso del bivacco" è un simbolo della retorica mussoliniana e dell’inizio di uno dei capitoli più bui della storia italiana
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Il 16 novembre 1922 Benito Mussolini, da poco nominato Presidente del Consiglio, si presentò al Parlamento italiano per ottenere la fiducia sul suo governo. Fu in questa occasione che pronunciò il celebre “Discorso del bivacco“, un intervento destinato a segnare una svolta nella storia politica italiana.

Il celebre “Discorso del bivacco” di Mussolini

Con un tono misto di sfida e autorità, Mussolini dichiarò: “Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli; potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo, ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto“. Queste parole sintetizzavano la duplice strategia del Duce: da un lato consolidare il potere attraverso le istituzioni, dall’altro lanciare un messaggio intimidatorio ai suoi oppositori.

Il discorso fu accolto con reazioni contrastanti. Mentre i sostenitori del fascismo lo osannarono come prova di forza, gli oppositori percepirono il suo tono minaccioso come il preludio a un futuro autoritario. Infatti, Mussolini ottenne la fiducia con una maggioranza schiacciante, aprendo la strada alla progressiva instaurazione della dittatura.

Quel giorno segnò l’inizio di un’epoca che avrebbe trasformato l’Italia in uno Stato totalitario, con profonde ripercussioni sulla politica e sulla società del Paese. Il “Discorso del bivacco” rimane un simbolo della retorica mussoliniana e dell’inizio di uno dei capitoli più bui della storia italiana.

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