Il 20 novembre 1945, al Palazzo di Giustizia di Norimberga, si aprì uno dei processi più significativi della storia del diritto internazionale: il Processo di Norimberga. In questo storico procedimento, 24 alti funzionari nazisti furono accusati di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimini contro la pace. Il processo, che si svolse sotto la supervisione degli Alleati (Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Unione Sovietica), ebbe lo scopo di portare alla giustizia i responsabili delle atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale, tra cui l’Olocausto, l’invasione di altri paesi e altre violazioni dei diritti umani.
Accusati di dirigere il regime che aveva scatenato la guerra, tra i 24 imputati figuravano figure di spicco come Hermann Göring, Rudolf Hess, e Albert Speer. Dodici dei condannati furono giustiziati, altri furono incarcerati o condannati a pene detentive. Il processo di Norimberga non solo condannò i responsabili diretti delle atrocità, ma stabilì anche un precedente importante per la definizione di crimini internazionali, gettando le basi per la futura Corte Penale Internazionale. Il suo impatto fu fondamentale nell’affermare il principio che “seguire gli ordini” non giustifica crimini contro l’umanità.