La possibilità di una nevicata in pianura sulla Val Padana è un evento meteorologico che non può che suscitare entusiasmo e aspettative, soprattutto quando si profilano condizioni favorevoli per la cosiddetta “nevicata perfetta.” Secondo le ultime proiezioni dei modelli meteorologici, soprattutto di ECMWF, tra il 19 e il 24 novembre è atteso l’arrivo sull’Italia di un nucleo di aria gelida proveniente dal Circolo Polare Artico. In particolare, la giornata di venerdì 22 novembre potrebbe riservare una sorpresa: la neve potrebbe cadere anche in pianura, coprendo l’intera area padano-veneta.
Perché definire questo evento come “perfetto”? Perché la formazione di neve in pianura richiede un delicato equilibrio di condizioni atmosferiche, che sembrano delinearsi in maniera ottimale per questa occasione. Il primo elemento indispensabile è la presenza di un cuscinetto di aria molto fredda vicino al suolo. Questo accade quando l’aria fredda proveniente dal nord riesce a invadere la Pianura Padana, abbassando il livello dello zero termico sotto i 600-700 metri di quota. Per il 22 novembre si prevede che tale livello possa scendere addirittura sotto i 200 metri, con temperature al suolo inferiori ai 3 gradi, grazie a un afflusso di aria polare dagli alti Balcani.
Il secondo ingrediente necessario è rappresentato dai venti meridionali, tiepidi e umidi, che devono scorrere al di sopra dello strato di aria fredda. Questi venti, associati alla formazione di vortici di bassa pressione sul Mar Ligure e sull’Alto Adriatico, saranno determinanti. Il loro incontro con il cuscinetto freddo darà luogo alla condensazione e alla formazione di neve. Tale neve, grazie alla temperatura sottozero negli ultimi 200 metri dell’atmosfera, potrebbe arrivare intatta al suolo, senza sciogliersi durante la discesa.
Nonostante le condizioni favorevoli delineate dai modelli odierni, è importante ricordare che la previsione di neve in pianura è tra le più complesse per un meteorologo. Una variazione minima di temperatura, anche di soli 0,5-1°C, o un errore di 100-200 metri nella quota neve, può fare la differenza tra una nevicata e una pioggia fredda. La complessità aumenta quando la previsione è fatta con un certo anticipo: mancano ancora cinque giorni al possibile evento, e i modelli potrebbero subire aggiustamenti significativi. Attualmente, la probabilità di successo della previsione è stimata intorno all’80%, ma i dettagli potrebbero variare.
Le zone più probabili per osservare la neve includono il Piemonte, la Bassa Lombardia e le aree pedemontane dell’Emilia, dove il cuscinetto freddo dovrebbe essere più stabile. Tuttavia, l’incertezza meteorologica rimane una componente inevitabile in queste situazioni. È fondamentale comprendere che i meteorologi elaborano previsioni del tempo basate sui dati disponibili, non certezze assolute.
Qualora l’evento venisse smentito o modificato nei prossimi giorni, si invita alla comprensione. Prevedere la neve in pianura non è solo una sfida scientifica, ma anche un’opportunità per apprezzare la complessità e la bellezza della meteorologia, che rimane una scienza in evoluzione, capace di alimentare sogni e aspettative, ma sempre legata alla variabilità della natura.
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