L’alluvione dell’11-12 novembre 2012 in Umbria

L'alluvione che colpì l’Umbria tra l'11 ed il 12 novembre 2012 è stata il risultato di un complesso intreccio di condizioni meteorologiche, con una combinazione di fattori atmosferici e geofisici che hanno amplificato l’intensità e la portata dell’evento
MeteoWeb

L’alluvione che colpì l’Umbria tra l’11 ed il 12 novembre 2012 è stata il risultato di un complesso intreccio di condizioni meteorologiche, con una combinazione di fattori atmosferici e geofisici che hanno amplificato l’intensità e la portata dell’evento. La dinamica meteorologica di fondo si è innescata a causa di una saccatura di aria artico-marittima in movimento dal Golfo di Biscaglia verso il Mediterraneo occidentale. Questo spostamento ha generato un flusso d’aria marittima sub-tropicale umida, contribuendo alla formazione di minimi di pressione secondari al suolo, che hanno alimentato la persistenza delle perturbazioni.

Mappa 12 novembre 2012

Diversi fattori concomitanti hanno contribuito a creare le condizioni perfette per l’insorgere di temporali di tipo MCS (Mesoscale Convective System) autorigeneranti, che hanno scaricato quantità straordinarie di pioggia in un arco temporale relativamente breve. Innanzitutto, l’incontro tra masse d’aria di diversa origine nei bassi strati atmosferici ha creato instabilità, favorendo lo sviluppo di fenomeni temporaleschi intensi. In alta troposfera, una potente corrente a getto ha ulteriormente potenziato l’energia dei sistemi temporaleschi. L’orografia della zona, in particolare i rilievi tosco-laziali, ha agito come un ulteriore elemento di intensificazione, trattenendo e sollevando l’aria umida, amplificando così le precipitazioni. Infine, un’anomalia positiva della temperatura della superficie marina del Mediterraneo ha incrementato l’umidità disponibile nell’atmosfera, fornendo ulteriore energia ai temporali.

Le conseguenze dell’evento furono drammatiche, con oltre 300 mm di pioggia registrati in alcune aree dell’Umbria in sole 36 ore. Questo ha provocato un innalzamento improvviso dei livelli idrometrici di molti affluenti del Tevere, tra cui il fiume Paglia nell’area di Orvieto e il Nestore nel marscianese, causando esondazioni che hanno sommerso ampie aree. La popolazione ha subito forti disagi a causa degli allagamenti e di movimenti franosi, particolarmente intensi nelle aree di Perugia e Orvieto.

Un’analisi tecnica dell’evento mostra inoltre l’importanza della saturazione del suolo pre-evento, che ha accentuato l’impatto delle precipitazioni, e include stime dei tempi di ritorno, che indicano la rarità statistica di un evento di tale portata. Questa comprensione dettagliata delle dinamiche atmosferiche e dei modelli pluviometrici fornisce uno strumento utile per prevedere e mitigare l’impatto di eventi futuri di simile intensità.

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