Il grande sottopasso di via Sabena completamente allagato, vicino all’ospedale Maggiore, è tra le immagini più note dell’alluvione che lo scorso 19 e 20 ottobre ha colpito Bologna. Ma cos’è successo nel giro di poche ore per arrivare a una situazione di quel tipo? Ne ha parlato nei giorni scorsi in Commissione Simone Stella, dirigente dell’unità Gestione immobili e impianti del Comune. Il tunnel, ricorda Stella, è stato invaso da 110.000 metri cubi di acqua: per farsi un’idea, “o 15 campi di calcio con un metro d’acqua o l’intero Dall’Ara con 15 metri d’acqua a tutta altezza”.
Una massa d’acqua che in appena sei-sette ore “ha completamente coperto le canne” del tunnel, segnala il dirigente, dopo che alle 23.39 il sistema anti-allagamento aveva dato “un primo livello di allarme e si erano accesi i semafori rossi sulle due entrate“. Questo nonostante il tunnel sia dotato di due vasche di laminazione da 1.000 metri cubi, con annesse “idrovore da 100 litri al secondo che buttano l’acqua nella Ghisiliera e nella fognatura comunale“, spiega Stella. Il problema è che l’enorme quantità d’acqua “ha messo in crisi tutto il sistema di raccolta meteorica e gli impianti speciali”, continua il dirigente. A cominciare dai quadri di comando ed elettrici, danneggiati dal salire dell’acqua, perché il progetto del tunnel risalente agli anni ’90 “non poteva certo prevedere una situazione del genere”. Il tutto “aggravato dal fatto che non era acqua di prima pioggia” bensì “colma di terra”, segnala Stella, piombata nella zona del tunnel “con una velocità estrema”.
“Ma perché è arrivata tanta acqua e in questo modo? Credo – continua Stella – che ci possa essere stato qualcosa che creato un trattenimento nella parte sopra, che poi con la pressione e l’acqua che cresceva ha rotto da qualche parte per poi arrivare giù. L’acqua è arrivata sia dalla strada che dalle due scarpate laterali, perché ce n’era una quantità esagerata”.
In questo modo, il tunnel Sabena “una funzione l’ha svolta: di protezione del Maggiore. Bisogna dirla tutta“, commenta il consigliere comunale Claudio Mazzanti del PD. Un tema a cui, un po’ di giorni fa, aveva fatto riferimento anche il sindaco Matteo Lepore segnalando che il sottopasso “è stato fondamentale per evitare l’allagamento del resto del quartiere”.