La violenta ondata di maltempo che ha colpito la costa catanese, in Sicilia, ha causato devastazioni significative nei comuni di Giarre, Acireale e Riposto. L’evento si è distinto per l’eccezionale intensità delle precipitazioni, che hanno raggiunto livelli record. In appena sei ore sono caduti oltre 500 millimetri di pioggia, che si aggiungono agli 800 millimetri registrati nei sei giorni precedenti. In totale, in soli dieci giorni, l’area ha visto accumularsi più di 1000 millimetri di pioggia, una quantità che supera di gran lunga la media annua di circa 900 millimetri. Questo rende l’evento un’anomalia storica, non solo per l’intensità, ma anche per il breve intervallo temporale in cui si è verificato.
Come si confronta questo evento con altri eventi meteorologici estremi in Sicilia?
L’alluvione lampo che ha colpito Giarre e l’area circostante rappresenta un evento meteorologico straordinario, sia per l’intensità delle precipitazioni che per il contesto climatico in cui si inserisce. Con oltre 1000 millimetri di pioggia caduti in appena 10 giorni, di cui 500 millimetri concentrati in meno di sei ore, l’evento ha superato ogni precedente registrazione pluviometrica per la zona, dove la media annua si aggira intorno ai 900 millimetri. Questo episodio, per la sua portata e violenza, si distingue nettamente rispetto agli eventi estremi che hanno interessato la Sicilia negli ultimi anni.
Negli ultimi decenni, la regione ha affrontato numerose alluvioni e nubifragi, ma il confronto con i dati storici sottolinea l’eccezionalità dell’evento di Giarre. Ad esempio, l’alluvione che colpì le province di Catania e Siracusa nel 2021, causando tre vittime, vide un accumulo di circa 300 millimetri di pioggia in tre giorni, un valore inferiore a quello registrato a Giarre in poche ore. Allo stesso modo, il nubifragio che devastò Palermo nel luglio 2020, pur causando danni ingenti, non raggiunse livelli di precipitazioni paragonabili. Anche eventi storici come l’alluvione di Palermo del 1931, che registrò 618 millimetri di pioggia in quattro giorni, risultano meno intensi rispetto ai valori raggiunti a Giarre.
Questa crescente intensità degli eventi meteorologici estremi sembra riflettere un trend preoccupante. Studi climatici evidenziano una tendenza di lungo periodo caratterizzata da una diminuzione delle precipitazioni medie annue in Sicilia, passate da 800 millimetri a 600 millimetri tra il 1921 e il 2000, accompagnata però da un aumento delle temperature. Questo quadro climatico ha favorito la concentrazione di fenomeni estremi in intervalli temporali più brevi, rendendoli più distruttivi.
A livello nazionale, l’Italia sta affrontando un aumento significativo degli eventi climatici estremi. Nel 2023, il numero totale di questi episodi è salito a 378, con un incremento del 22% rispetto al 2022. La Sicilia, con 21 eventi estremi registrati nello stesso anno, è tra le regioni maggiormente colpite. Questo trend si inserisce in un contesto di cambiamenti climatici globali che, secondo gli esperti, stanno intensificando non solo la frequenza, ma anche la gravità di tali fenomeni.
L’alluvione di Giarre del 2024 non è quindi un evento isolato, ma parte di un quadro più ampio che richiede una riflessione profonda. L’intensità senza precedenti delle precipitazioni e il confronto con altri episodi storici evidenziano un cambiamento nella natura stessa degli eventi meteorologici che colpiscono la Sicilia. Questi dati sottolineano l’urgenza di misure più efficaci di prevenzione e gestione del territorio, così come la necessità di un impegno globale per affrontare le cause del cambiamento climatico.