Il governo spagnolo di Pedro Sanchez sostiene di aver fatto tutto il possibile di fronte all’emergenza della Dana, che ha scatenato devastanti alluvioni nel Sud e nell’Est della Spagna, spezzando oltre 220 vite. Fonti dell’esecutivo sostengono che martedì 29 ottobre, giorno dell’alluvione, già dalla mattina il governo aveva informato la Regione di Valencia dei rischi che si sarebbero corsi, esortandolo più volte ad agire e a prendere misure quali la richiesta dell’intervento dell’Unità militare di emergenza (Ume) e l’invio dell’allerta alla popolazione. L’Agenzia meteorologica spagnola AEMET alle 7 del mattino aveva dichiarato l’allerta rossa. Da quel momento, sostengono le fonti, la delegata del governo centrale a Valencia, Pilar Bernabé, ha cancellato tutti i suoi impegni, ha tenuto una riunione con l’Ume e le forze e i corpi di sicurezza e ha chiamato sia l’assessora all’Interno e alla Giustizia della regione di Valencia Salomé Pradas, responsabile delle emergenze, sia i sindaci dei Comuni che avrebbero potuto riportare danni per l’alluvione.
Le fonti governative sottolineano che nei casi di gestione delle emergenze c’è una chiara divisione di competenze tra lo Stato centrale e le Comunità autonome, ovvero le Regioni, e l’esecutivo ha svolto pienamente i compiti che gli sono attribuiti dall’ordinamento e dai protocolli. Questi ultimi sono ben definiti per la gestione delle emergenze, e prevedono che al governo centrale spetti l’individuazione dei rischi, allertare le autorità territoriali e mettere a disposizione le risorse, mentre alla Regione, in questo caso alla Regione di Valencia, spetti attivare i piani di emergenza, inviare l’allerta alla popolazione e chiedere le risorse statali quando necessario, rimarcano le fonti.
La delegata del governo centrale – viene sottolineato – ha chiamato quel giorno tre volte la responsabile delle emergenze della Regione di Valencia e solo alla quarta chiamata la Regione ha richiesto l’intervento dell’Ume e nel solo Comune di Utiel. La richiesta di intervento dei militari nella provincia di Valencia è arrivata alle 20.36, sottolineano le fonti. A quell’ora molti cittadini erano già in trappola, e c’erano case, negozi e strade allagate.
Emergenza nelle mani del governo centrale o regionale?
Vista l’entità della catastrofe naturale sono sorti interrogativi sulla possibilità che il governo centrale prendesse in mano la situazione emergenziale sostituendo l’esecutivo regionale. Le fonti hanno sottolineato che il governo ha agito cercando di evitare una ‘rottura’ con la Regione, che non sarebbe stata positiva. Sostituire la Comunità Valenciana non avrebbe poi migliorato l’efficacia della risposta all’emergenza, sostengono. Secondo l’esecutivo, è corretto che in una situazione di crisi ci sia un’unica entità al comando e che questa sia la Regione di Valencia che meglio conosce il territorio. Il governo però non si sta ‘lavando le mani’ rispetto all’accaduto, assicurano le fonti, affermando che l’esecutivo sta fornendo le risorse per superare la catastrofe e sta dando appoggio tecnico.
L’allerta inviata in ritardo
I residenti delle aree alluvionate hanno lamentato di aver ricevuto il messaggio di allerta sui cellulari dopo le 20, quando ormai era troppo tardi. Fonti governative rimarcano che era compito della Regione inviare l’allarme e che per rendere cosciente la popolazione del rischio che si stava correndo, la delegata del governo a Valencia il 29 ottobre ha convocato i media per dare informazioni sulla Dana. Il governo riconosce che l’attuale sistema di risposta alle emergenze può essere migliorato, ma rivendica di aver fatto tutto ciò che era in suo potere in questa occasione. L’esecutivo, riferiscono le fonti, continua a ritenere che sia più efficace una gestione decentralizzata nei casi delle emergenze naturali piuttosto che una gestione centralizzata.