Alluvione Spagna: la catastrofica relazione dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale

L’aumento delle temperature favorisce un’atmosfera più carica di vapore acqueo, incrementando il rischio di piogge intense: per ogni grado in più, l’aria trattiene circa il 7% in più di umidità
MeteoWeb

Il 31 ottobre 2024, la Spagna è stata colpita da una delle più devastanti alluvioni della sua storia recente. Piogge record e inondazioni improvvise hanno provocato oltre 200 vittime, causando ingenti danni economici e infrastrutturali. Questo disastro, ultimo di una serie di eventi estremi a livello globale, ribadisce l’importanza di priorizzare la protezione delle vite umane e l’adozione di misure tempestive contro il crescente impatto del cambiamento climatico. Per l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), infatti, la salvaguardia delle persone rimane una priorità assoluta, particolarmente in un contesto in cui il riscaldamento globale amplifica la frequenza e l’intensità di fenomeni meteorologici estremi.

La regione più colpita è stata quella di Valencia, dove le precipitazioni hanno raggiunto livelli eccezionali. Tra il 29 e il 30 ottobre, la stazione meteorologica di Chiva ha registrato ben 491 litri di pioggia per metro quadrato in appena otto ore, l’equivalente della quantità media di pioggia annuale per quella zona, come riportato dall’AEMET, l’Agenzia Statale di Meteorologia spagnola. Le conseguenze sono state devastanti: molte aree sono rimaste senza elettricità, i trasporti interrotti, e il governo spagnolo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale in memoria delle vittime.

L’AEMET ha tempestivamente emesso diversi avvisi di massima allerta seguendo il Protocollo di Allerta Comune, focalizzandosi in particolare sulle regioni orientali e sud-occidentali della Spagna, dove le piogge continuavano ad aumentare. In risposta, sono state mobilitate estese operazioni di soccorso per assistere le persone colpite e valutare i danni. Immagini drammatiche documentano le auto trascinate dalle acque e i torrenti che hanno sommerso interi quartieri, sottolineando la brutalità dell’evento.

Alla base di queste precipitazioni estreme c’è un fenomeno meteorologico noto come DANA, la nostra ‘Goccia fredda’. Questa situazione si manifesta spesso in autunno, quando il calore estivo persistente in superficie entra in contrasto con improvvise incursioni di aria fredda di origine polare, creando condizioni ideali per intensi temporali.

Un’analisi condotta dai ricercatori di World Weather Attribution ha evidenziato come questi eventi siano diventati più probabili e intensi a causa del riscaldamento globale. Si stima che le precipitazioni siano state circa il 12% più intense e due volte più probabili rispetto a quelle di un clima preindustriale, influenzato da una temperatura media globale inferiore di 1,3°C rispetto ad oggi.

L’OMM sottolinea che il cambiamento climatico sta accelerando il ciclo idrologico, rendendo il regime delle piogge sempre più imprevedibile. L’aumento delle temperature favorisce un’atmosfera più carica di vapore acqueo, incrementando il rischio di piogge intense: per ogni grado in più, l’aria trattiene circa il 7% in più di umidità. Questo fenomeno contribuisce a spiegare la violenza delle precipitazioni che hanno colpito la Spagna e rafforza l’urgenza di azioni globali coordinate per affrontare le sfide del cambiamento climatico.

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