Alluvione Spagna, ritrovato il corpo di un bimbo di 5 anni disperso a Valencia

Alluvione Spagna, continua le ricerca dispersi in mare e nel parco naturale di Albufera: terribile notizia da Chiva
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Continuano le ricerche dei dispersi nelle alluvioni che hanno travolto la Spagna a fine ottobre, con il bilancio fornito dalle autorità (da prendere con le pinze) di oltre 90 persone scomparse. Ieri, i soccorritori hanno recuperato il corpo senza vita di un bambino di 5 anni in una scarpata nei pressi del municipio di Chiva, fra i più colpiti dall’alluvione che ha colpito l’area di Valenzia. Secondo la Guardia Civil, il corpo senza vita è stato recuperato grazie all’impiego dei cani molecolari nella scarpata nota come il Barranco di Palos, dov’era stato trascinato dalla piena di fango. Il cadavere è stato trasferito alla morgue della Città della Giustizia di Valencia, per essere sottoposto ad autopsia e al test del DNA per l’identificazione.

Nel municipio di Torrent, a circa 29km da Chiva, dal giorno delle alluvioni si cercano due bambini, i piccoli Izan e Ruben, di 5 e 3 anni. Non è chiaro se il corpo ritrovato appartenga a uno dei due. Quel giorno un camion trascinato dallo tsunami di fango si è scontrato contro l’abitazione in cui i due bambini erano con i genitori, facendo crollare parte del muro e causando l’inondazione della casa. In una terribile sequenza, il padre di Izan e Riben ha tentato di afferrarli, ma la violenta corrente del torrente in piena glieli ha strappati dalle mani. Anche l’uomo è stato trascinato dall’onda di fango, ma è stato poi salvato da alcuni vicini. Da allora le ricerche sono concentrate nella zona del canale adiacente la casa, rastrellato palmo a palmo dai soccorsi e dai sub della Guardia Civil alla ricerca dei piccoli e anche di altre persone che risultano disperse.

Le ricerche dei dispersi nell’alluvione vanno avanti anche nel Parco naturale dell’Albufera e in mare. I sommozzatori del gruppo di attività subacquee della Guardia Civil stanno ispezionando ogni angolo del parco naturale, nonché le foci dei fiumi. Le immersioni non sono facili, spiega La Vanguardia, sottolineando che le acque sono inquinate e i fondali sono pieni di oggetti che sono stati trascinati con forza dall’alluvione. Il timore che diversi corpi si trovino già in mare ha portato a dispiegare la nave di ricerca Ramón Margalef, dell’Istituto spagnolo di oceanografia che è dotata di una tecnologia in grado di esplorare i fondali marini con grande precisione e dettaglio. Sono operativi nell’area poi due cacciamine della Marina Militare, i cui equipaggi stanno ispezionando l’eventuale comparsa di corpi galleggianti.

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