Alluvioni Spagna, migliaia di volontari al lavoro: “ho visto gente morire in auto”

Le parole dei tanti volontari impegnati nei soccorsi in Spagna dopo le alluvioni: "è traumatico"
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Migliaia di volontari arrivano nelle zone allagate di Paiporta e Valencia, in Spagna, per aiutare a rimuovere i detriti e pompare acqua dalle strade e dalle case, mentre il bilancio delle vittime delle devastanti alluvioni è salito a 211 e sono sempre più vane le speranze di trovare sopravvissuti. “È traumatico, la parola è traumatico. Ho visto gente morire in macchina, i pali della luce cadere nell’acqua, l’acqua fino alle ascelle, non potevamo muoverci, la gente ci dice: c’è luce nell’acqua! Non abbiamo potuto fare nulla. Sopravvivere, sopravvivere“, racconta Cristian Pastrana, tatuatore e residente di Paiporta.

Ho perso tutto, ho perso il lavoro, ho perso la macchina, la moto, ho una donna al piano di sopra su una sedia a rotelle, volevo portarle acqua e cibo, non abbiamo niente – spiega Norma Lagunas, residente di La Torre – non abbiamo acqua, va e viene, non c’è elettricità, non c’è niente, non possiamo parlare al telefono, la cosa peggiore è che non possiamo comunicare“.

Le inondazioni hanno travolto veicoli, fatto crollare ponti e coperto le città di fango, nel peggior disastro che la Spagna abbia mai visto negli ultimi decenni. “Questo è stato il problema con i binari del treno, hanno sollevato tutto, strappato i cavi, fatto crollare case, garage, tre piani di vagoni uno sopra l’altro, tutte le strade interrotte, è incredibile e terribile”, spiega il pensionato e volontario Alberto Moro.

Soccorritori equipaggiati con elicotteri, droni e anche cani da rilevamento continuano a cercare dispersi tra i detriti, ma più passano i giorni e più diminuiscono le speranze di trovare i sopravvissuti.

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