Caldo estremo: quando un’ondata di calore è segno di cambiamento climatico

Una delle differenze chiave riguarda la frequenza e l’intensità di questi eventi. Le ondate di calore legate al cambiamento climatico tendono a verificarsi con maggiore frequenza
MeteoWeb

Distinguere un’ondata di calore “normale” da una collegata ai cambiamenti climatici è una questione complessa, che richiede un’analisi approfondita e il supporto di evidenze scientifiche. Le ondate di calore associate al cambiamento climatico, infatti, si caratterizzano per alcune specificità che le differenziano da quelle legate alla normale variabilità climatica. Ecco alcuni dei principali aspetti utilizzati per identificarle. Una delle differenze chiave riguarda la frequenza e l’intensità di questi eventi. Le ondate di calore legate al cambiamento climatico tendono a verificarsi con maggiore frequenza e a raggiungere picchi di temperatura più elevati rispetto al passato. Inoltre, spesso risultano più durature. Questa intensificazione degli eventi estremi è considerata uno dei segni distintivi del riscaldamento globale.

Confronto con i dati storici

I climatologi analizzano i dati storici relativi alle temperature e agli eventi meteorologici per stabilire se un’ondata di calore sia insolita rispetto ai trend naturali precedenti. Eventi che risultano nettamente più intensi o frequenti rispetto al passato possono suggerire un’influenza del cambiamento climatico. Ad esempio, se un’ondata di calore odierna presenta caratteristiche molto diverse rispetto a eventi simili avvenuti decenni fa, è probabile che il cambiamento climatico sia un fattore determinante.

Ondata di caldo e sabbia dal Sahara

I modelli climatici rivestono un ruolo fondamentale nel determinare l’influenza del cambiamento climatico sulle ondate di calore. Questi modelli prevedono come la temperatura e altri parametri meteorologici potrebbero evolversi in presenza di un riscaldamento globale. Se le condizioni osservate corrispondono a quelle previste dai modelli per uno scenario di cambiamento climatico, è possibile che l’evento sia legato a questa causa. I modelli forniscono così una base per confrontare le condizioni attuali con scenari di un clima riscaldato, sostenendo l’ipotesi di un’influenza antropica sugli eventi estremi.

Ondata di caldo e anticiclone africano

Un altro indicatore delle ondate di calore legate al cambiamento climatico è l’impatto sulla salute pubblica. Gli eventi più intensi e duraturi comportano rischi maggiori, con un incremento dei casi di malattie correlate al calore, come colpi di calore e disidratazione, e un aumento della mortalità. Le ondate di calore prolungate, associate al cambiamento climatico, hanno quindi un impatto sociale e sanitario più rilevante rispetto a quelle che si verificano in un contesto climatico stabile.

Caldo infernale sull'Italia

L’aumento delle temperature medie globali, osservato negli ultimi decenni, è una delle prove più solide dell’impatto umano sul clima. Questo riscaldamento fornisce il contesto ideale per un incremento delle ondate di calore. Per questo, le ondate di calore che si manifestano in un clima già surriscaldato sono spesso associate al cambiamento climatico, con effetti che si riflettono in tutto il mondo.

In conclusione, distinguere tra un’ondata di calore normale e una attribuibile al cambiamento climatico implica l’uso di dati storici, modelli previsionali e una valutazione dell’intensità dell’evento. Le ondate di calore che risultano più frequenti, intense e prolungate rispetto ai dati storici, e che si verificano in un contesto di riscaldamento globale, sono con tutta probabilità influenzate dai cambiamenti climatici in atto.

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