“Pagare le persone per andare via? Non penso che sia possibile, lo dico con molta chiarezza: è una sciocchezza”. Sono le parole del vulcanologo Giuseppe Luongo, già direttore dell’Osservatorio Vesuviano, che la Dire ha incontrato in occasione di un tour via mare nella zona dei Campi Flegrei, organizzato da ArcheoClub d’Italia a bordo della nave MareNostrum Dike. “È una sciocchezza – aggiunge – anche il piano di evacuazione. Ci sono centinaia di migliaia di persone che dovrebbero essere evacuate e distribuite in varie regioni d’Italia. È una sciocchezza madornale. Noi abbiamo aree più tranquille non lontane, come tutta la fascia costiera a nord di Pozzuoli. La storia eruttiva di questo territorio ci dice che le aree più pericolose partono da qui andando ad est, non andando a ovest, quindi noi un’evacuazione la dobbiamo fare andando a ovest, non lontano, possibilmente avere un limite come Gaeta o Formia, oppure ci sono nell’alto Casertano dei bellissimi borghi che possono essere occupati anche temporaneamente e poi si può ritornare. Questo posto non si abbandona, è difficile”, afferma Luongo.
“Negli anni ’80, non abbiamo fatto un’evacuazione per l’eruzione, ma – ricorda – un’evacuazione per il rischio sismico. Le abitazioni non erano in grado di superare terremoti di magnitudo superiore a 4, si temeva di superarlo. Per fortuna non è accaduto, ma si scelse di abbandonare la parte antica della città più esposta al rischio sismico. Ora? Non si capisce più niente. Definiamo le zone a rischio, il massimo terremoto atteso. Non lo conosciamo”.
“Bisogna informare le persone”
Luongo chiede che ci sia più attenzione da parte delle istituzioni: “dovrebbero essere più attenti, bisogna informare le persone, che non sono informate, e bisognerebbe partire dalle scuole: noi dobbiamo formare le future generazioni facendo diventare cultura questa dinamica del territorio, cosa che non è stata fatta nel passato. Qui, appena accade qualche evento, la paura si avverte e quindi ci si arrabbia verso le istituzioni. Poi passa tutto perché il popolo è un po’ abituato, il fenomeno ha degli alti e bassi. Ora, ad esempio, siamo in un momento di tranquillità e sono più tranquilli”.
“Questo è un momento di stasi – afferma -, è positivo. Se questa è la fine della crisi? Non lo sappiamo ancora, mi sono preso due o tre mesi di tempo per dire se siamo al culmine del sollevamento”.
Le bellezze dei Campi Flegrei
Luongo è intervenuto nel corso di un tour che ha toccato molte delle bellezze archeologiche dell’area flegrea. “Tutte le caldere – racconta – sono strutture vulcaniche molto complesse. I Campi Flegrei lo sono molto di più per un solo motivo: la caldera è stata riempita dalle attività antropiche più di 2.000, 2.500 anni fa. La complessità è legata al fatto che il magma è molto superficiale nelle aree calderiche, quindi ci sono dei fluidi che risalgono facilmente ad alta temperatura e riscaldano l’acqua. Qui ci sono terme perché la falda emerge al livello del mare e, nel luogo dove emerge la falda, i romani ci hanno costruito edifici come terme. Goethe diceva: non c’è un disastro che ha dato risultati più positivi di un’eruzione. Questo lui lo diceva per il 79 d.C. e per il Vesuvio. Qui possiamo dire che tutta la storia eruttiva ha sommerso delle bellezze incredibili. I fenomeni estremi fanno dei grandi danni alla comunità contemporanea, però lasciano un tesoro a quelli che vengono dopo”.