“C’è un approccio costruttivo e condiviso che guarda al futuro: invece a volte è più facile che ci siano dei no territoriali. Se tutti dicessero no, non ci muoveremmo di molto. E visto che parliamo di un’opera per il fabbisogno energetico ribadiamo che l’Italia non può restare ancora a lungo fra i pochissimi grandi Paesi al mondo che dicono no al nucleare. Non abbiamo un costo energetico competitivo per famiglie e imprese se ci neghiamo quella che la stessa Unione Europea definisce una fonte verde e sicura”. Lo ha detto il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha partecipato alla firma del contratto in Autorità portuale a Ravenna per la realizzazione in 24 mesi di una diga frangiflutti in cemento armato lunga 880 metri e larga 22, collocata a 8,5 chilometri dalla costa di Punta Marina Terme.
La struttura servirà a proteggere il nuovo terminale galleggiante del rigassificatore e verrà costruito nel consorzio da Acciona e Rcm Costruzioni. Il costo è di 216 milioni di euro finanziato dal committente, Ap, con fondi della Cassa Depositi e Prestiti. Salvini ha inoltre anticipato che verrà posta l’attenzione necessaria per il retroporto ravennate: “strade e ferrovie per permettere di guadagnare in tempo e competitività”.