Quattro città italiane accelerano verso un modello sostenibile: c’è il sì dell’Ue ai contratti climatici 

Le città italiane accelerano verso un modello di città più sana, vivibile e sostenibile: sì ai contratti climatici 
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Torino, Milano, Bergamo e Prato accelerano i propri piani verso un modello di città più sana, vivibile e sostenibile. A fine ottobre la Commissione europea ha approvato i contratti climatici (climate city contract) delle quattro città, parte del gruppo di nove che hanno aderito alla Missione Ue “100 Climate-neutral and smart city by 2030”. Oltre a quelle citate, le altre città coinvolte sono Parma, Firenze e Bologna mentre Padova attende l’approvazione, Roma invece deve ancora presentarlo del contratto “è avere alla base un modello partecipativo e di corresponsabilità che coinvolge da subito cittadini, stakeholder e aziende”, spiega Giovanni Fini, membro del gruppo di lavoro Asvis “Città e comunità sostenibili”, di Urban@it (Centro nazionale di studi per le politiche urbane) e co-autore del quaderno Asvis che analizza i Climate City Contract delle nove città.

“Le candidature italiane sono state oltre 40, e questo testimonia l’interesse dei nostri centri a trasformarsi ea porsi degli obiettivi anche molto sfidanti”, continua Fini, che rileva la concretezza del contratto: “per la prima volta si delineano piani d’azione e di investimento pubblici e privati specifici, con una valutazione dei costi necessari per raggiungere gli obiettivi» (si vedano le schede sulle iniziative più interessanti portate avanti dalle città, selezionate da Asvis)”, si legge su Il Sole 24 Ore. “Da questa settimana Milano fa un passo in più: fra domani e mercoledì parte il bando, rivolto alle imprese che lavorano in città, per aderire all’Alleanza per l’aria e il clima. Si tratta di un bando “pioniere” per l’Italia, una chiamata ai privati per contribuire ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, qualità dell’aria e neutralità climatica che il Comune si è dato con il piano Aria e Clima”, continua il giornale.

Le collaborazioni con le società private

“Le 41 azioni identificate dal Comune in un percorso di collaborazione con 21 società private – da Capgemini a Carrefour Italia – fanno riferimento a sette ambiti: risparmio ed efficienza energetica; autoproduzione e/o utilizzo di energia rinnovabile; adattamento e resilienza agli eventi estremi qualità dell’aria e logistica; ambientale «Le azioni sulla mobilità dei dipendenti e sulla logistica delle merci saranno fondamentali, per l’impatto che potranno produrre sulla città – spiega Elena Grandi, assessore all’Ambiente e al Verde del Comune di Milano – insieme a tutto quello che attiene tutti. L’efficientamento energetico e alla riduzione dei consumi”. Poi c’è il tema dell’adattamento al clima che cambia. “Le aziende hanno sedi che operano uno spazio più o meno piccolo della città: se iniziassero a progettare capillarmente azioni – anche piccole – di depavimentazione, piantumazione, iniziative di contrasto alle isole di calore o di riduzione del rischio idraulico l’effetto sulla città sarebbe molto rilevante”, continua l’assessore. Ma proprio perché Milano non è un’isola, le politiche attorno al miglioramento delle performance climatiche devono essere comuni e condivise a livello provinciale, regionale e di macro-area.

Il trasporto pubblico e il piano sull’inquinamento

“Oggi a Milano entrano 700mila automobili al giorno. Se a livello regionale e nazionale non si investe in progetti per rendere il trasporto pubblico così efficiente da far sì che un lavoratore non debba più usare l’auto per arrivare in città, non si otterranno i risultati a cui anche la città ambisce. Noi stiamo lavorando per questo. Per esempio, sull’inquinamento atmosferico, abbiamo voluto un tavolo di lavoro permanente con la regione, e siamo riusciti a ottenere il dimezzamento dei giorni (da quattro a due) per l’attivazione delle misure antinquinamento”.

“Al 30 ottobre, la città si ferma appena sotto il limite dei 35 giorni di sforamento annui sui valori del PM 10 (34), anche se si prevede che andrà oltre. In ogni caso il 2024 conferma il trend in miglioramento progressivo. Tenendo come riferimento il periodo 1 gennaio-30 ottobre, nel 2002 i giorni di sforamento erano stati 119, nel 2022 66, nel 2023 32. Riguardo al biossido di azoto, il dato 31 ottobre 2023- 30 ottobre 2024 è di 39 µg/m3 , ovvero il migliore di sempre dall’inizio delle rilevazioni (1990). Se rimanesse costante al 31 dicembre, sarebbe il primo anno in cui non si supera il limite di 40 microgrammi al metrocubo”, continua il giornale.

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