Clima, OCSE: “i progressi negli sforzi nazionali restano insufficienti per raggiungere gli obiettivi del 2030”

Secondo la quarta edizione del Climate Action Monitor gli obiettivi net-zero potrebbero non essere rispettati
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Esiste un divario significativo nell’ambizione politica tra gli obiettivi di temperatura concordati a livello globale e le riduzioni delle emissioni degli obiettivi climatici nazionali. È quanto emerge da un nuovo rapporto sui Paesi coperti dal Programma internazionale per l’azione sul Clima (IPAC) dell’OCSE. Secondo la quarta edizione del Climate Action Monitor, i contributi determinati a livello nazionale (NDC) si impegnano attualmente a una riduzione collettiva delle emissioni di gas serra di solo il 14% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2022, nei Paesi coperti dall’IPAC che producono oltre l’80% delle emissioni globali di gas serra. Ciò è ben al di sotto della stima del 43% di riduzione delle emissioni globali necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, obiettivo dell’Accordo di Parigi secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

Il rapporto sottolinea anche il rischio che gli obiettivi net-zero potrebbero non essere rispettati, osservando che la maggior parte degli impegni attuali non ha una base giuridica su cui farli rispettare. Ad agosto 2024, 110 Paesi hanno promesso un obiettivo net-zero per il 2050 e oltre, coprendo circa l’88% delle emissioni globali di gas serra. Tuttavia, solo 27 Paesi e l’UE, che rappresentano il 16% delle emissioni globali di gas serra, hanno sancito questi obiettivi per legge.

Il nostro Climate Action Monitor 2024 sottolinea il crescente impatto dei pericoli legati al clima e conferma che gli impegni di riduzione delle emissioni dei Paesi non sono coerenti con gli obiettivi di temperatura dell’accordo di Parigi”, ha affermato il Segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann. “Per fare progressi concreti nella transizione verso zero emissioni nette sono necessari obiettivi di mitigazione più ambiziosi e un’attuazione efficace”.

Il rapporto evidenzia anche il recente rallentamento nell’azione politica sul clima dei Paesi che producono quasi due terzi delle emissioni totali di gas serra. Sulla base del Climate Actions and Policies Measurement Framework (CAPMF), che tiene traccia sia del numero di politiche climatiche nazionali adottate sia del loro rigore, l’azione nazionale di mitigazione del clima è aumentata solo dell’1% e del 2% rispettivamente nel 2022 e nel 2023, rispetto a una media del 10% all’anno tra il 2010 e il 2021. Questa tendenza suggerisce che potrebbe esserci un divario di attuazione significativo in cui anche gli attuali modesti obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra potrebbero non essere raggiunti entro il 2030.

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