Trenta paesi stanno per adottare standard di contabilità climatica armonizzati a livello internazionale per le loro aziende, ha dichiarato l’ISSB (International Sustainability Standards Board), a margine della conferenza COP29. Tra questi, 16 giurisdizioni, che includono Brasile, Australia, Bangladesh, Singapore, Taiwan, Nigeria e Turchia, hanno già finalizzato le decisioni per applicare tali standard nei loro territori. Altre 14, tra cui Canada, Messico, Kenya, Regno Unito, Giappone, Corea del Sud e persino Cina, sono in procinto di fare lo stesso. Anche l’Unione Europea è allineata con gli standard dell’ISSB e rientra tra le prime giurisdizioni a implementare le nuove regole.
“La metà di questi 30 paesi sono paesi emergenti in pieno sviluppo, con Bangladesh, Sri Lanka, Malesia, Nigeria, Kenya e altri in Africa“, ha commentato Emmanuel Faber, riferendosi a “un cambiamento“. “Possiamo vedere chiaramente l’evoluzione del consenso politico ovunque“, ha aggiunto.
Gli standard sono stati sviluppati dall’ISSB, un ramo della fondazione IFRS, e hanno l’obiettivo di uniformare il modo in cui le aziende riportano i rischi legati al cambiamento climatico e contabilizzano le proprie emissioni di gas serra. Emmanuel Faber, ex CEO di Danone e attuale presidente dell’ISSB, ha spiegato che l’intento è quello di fornire agli investitori dati affidabili per valutare l’esposizione delle aziende al rischio climatico e le eventuali ripercussioni sui loro investimenti. Inoltre, la standardizzazione della contabilità del carbonio, comprese le emissioni indirette, dovrebbe garantire una maggiore trasparenza sulle dichiarazioni di sostenibilità delle aziende, in particolare quelle che si definiscono “verdi” o “carbon neutral“.
Le catene del valore globali e il ruolo della Cina
Proseguendo il suo intervento, Faber ha affermato: “Le catene del valore sono su scala globale e i paesi africani hanno assolutamente bisogno di capitali. Quando guardano ai nostri standard, è perché pensano che, mettendoli in atto, potranno attirare capitali, rendendo più trasparente la situazione delle imprese locali in relazione al clima, permetterebbero loro di contrarre prestiti a tassi migliori.”
La Cina, secondo quanto riferito da Faber, è intenzionata a finalizzare il suo primo standard climatico nei prossimi mesi, un passo significativo dato il ruolo del paese nelle catene del valore globali. Al momento, le aziende possono adottare gli standard su base volontaria per i loro rapporti annuali. L’ISSB ha dichiarato che circa un migliaio di aziende, tra cui Unilever, Bank of America, Alibaba, Pfizer e Tata, hanno già espresso l’intenzione di aderire.