Il vertice della Cop29 a Baku si sta profilando come una debacle, prima ancora di iniziare, a causa di un numero crescente di defezioni tra i leader mondiali. Nonostante l’imminente apertura ufficiale della Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, prevista per lunedì prossimo nella capitale azera, la situazione appare singolarmente preoccupante: tutti i leader più importanti, che potrebbero dare slancio al dibattito sul riscaldamento globale, saranno assenti, ciascuno per motivi diversi.
Tra le principali assenze, quella del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che è stato costretto a rinunciare a causa delle imminenti elezioni americane. Biden, infatti, non parteciperà nemmeno quest’anno, così come accaduto nel 2023. La delegazione statunitense, tuttavia, sarà guidata da John Podesta, attuale consigliere senior del presidente per la politica climatica internazionale.
Anche i leader di altre potenze mondiali non saranno presenti. Non parteciperanno Xi Jinping e Vladimir Putin, il cui posto sarà preso dal primo ministro russo Mikhail Mishustin. Assenti anche il premier giapponese Fumio Kishida, l’australiano Anthony Albanese e il canadese Justin Trudeau.
Un’altra assenza di rilievo riguarda il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, icona del movimento ambientalista, che non potrà essere presente a causa di un trauma cranico subito il mese scorso. Il Brasile, comunque, ospiterà la Cop30 a Belem nel 2025.
Per quanto riguarda l’Europa, sembra ormai certo che la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, non prenderà parte all’evento, poiché è impegnata nei preparativi per il suo secondo mandato, che inizierà il 1° dicembre. La delegazione europea sarà guidata dal commissario per il Clima, Wopke Hoekstra.
L’assenza di queste figure di peso solleva interrogativi sulla capacità della Cop29 di raccogliere il consenso necessario per affrontare seriamente la crisi climatica in un momento tanto delicato.