Il vertice ONU sul clima COP29 è ormai giunto alla sua fase finale, con i delegati dell’Azerbaigian, Paese ospitante, pronti a pubblicare un aggiornamento sui negoziati. L’obiettivo primario del summit rimane quello di raggiungere un accordo definitivo su temi cruciali come la finanza per il clima e l’impegno globale per ridurre le emissioni di gas serra. I colloqui, che sono iniziati a Baku l’11 novembre scorso, dovrebbero concludersi venerdì alle 14:00 GMT, ma come di consueto, le negoziazioni potrebbero estendersi oltre la scadenza programmata.
Nel corso della prima settimana della COP29, i funzionari hanno tentato di trovare soluzioni a una serie di problematiche, tra cui il futuro dei combustibili fossili, la definizione di mercati per il carbonio, e le misure per contenere l’aumento delle temperature globali. Le voci irrisolte sono ora passate nelle mani dei ministri, che dovranno usare la loro influenza politica per portare avanti gli accordi. I prossimi passi includono la riduzione delle bozze di testo che contengono una vasta gamma di opzioni, con l’obiettivo di arrivare a un documento finale da adottare per consenso.
Uno degli argomenti più discussi riguarda la finanza per il clima, con l’obiettivo di stabilire quanto denaro dovrà essere fornito ai Paesi in via di sviluppo per aiutarli a far fronte ai disastri climatici e a realizzare la transizione verso sistemi energetici più sostenibili. Un obiettivo precedente, che prevedeva la fornitura di 100 miliardi di dollari all’anno, scadrà nel 2025. Secondo gli esperti, il nuovo obiettivo dovrebbe essere fissato a 1 trilione di dollari all’anno entro la fine del decennio. Tuttavia, il nodo cruciale riguarda la definizione della struttura di questo finanziamento, inclusi i criteri per stabilire cosa costituisca effettivamente un finanziamento per il clima e chi sarà incaricato di contribuire.
Le discussioni si concentrano anche su come includere Paesi come la Cina tra i principali donatori e su quale forma di finanziamento debba essere adottata, se sotto forma di sovvenzioni o prestiti. Un testo che dovrebbe essere pubblicato oggi potrebbe non contenere una cifra precisa, ma diverse opzioni che dovranno essere discusse. Secondo alcune voci, l’Unione Europea starebbe considerando un impegno che si aggira intorno ai 200-300 miliardi di dollari di aiuti pubblici, mentre Paesi come l’India chiedono 600 miliardi, e altri membri del G7 e della Cina propongono circa 300 miliardi.
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato: “In questo momento evitiamo di parlare di cifre“, precisando che l’impegno assunto è quello di non discutere numeri in questa fase. La situazione rimane incerta, ma le voci continuano a far trapelare che una cifra adeguata si troverà solo nei mesi successivi, magari nella COP30.
“Se non si danno risorse adeguate ai Paesi in via di sviluppo, in particolare quelli più poveri e vulnerabili, non si potrà governare la transizione energetica in questi Paesi“, ha affermato Mauro Albrizio, responsabile dell’ufficio europeo di Legambiente, in una dichiarazione all’Adnkronos. Inoltre, ha sottolineato che i disastri climatici colpiscono duramente l’Unione Europea, che si riscalda a una velocità doppia rispetto al resto del pianeta, e che il Mediterraneo rappresenta uno degli hotspot più vulnerabili in Europa. “Le emissioni climalteranti non hanno frontiere, e se non aiutiamo i Paesi in via di sviluppo, ne pagheremo i danni“, ha aggiunto Albrizio.
Mentre la tensione cresce e i colloqui proseguono, la speranza è che nei prossimi giorni la COP29 conduca ad un accordo definitivo, che permetta ai Paesi di avanzare verso un impegno concreto per la sostenibilità globale, con l’auspicio di trovare una soluzione che possa essere adottata per consenso, come avvenuto in passato durante i vertici delle COP.
L’intensità dei negoziati è destinata ad aumentare nelle prossime ore, con l’obiettivo di giungere a una conclusione prima della scadenza finale.