I negoziati sulla COP29, che si stanno svolgendo a Baku, sono entrati nel vivo, ma la strada per un accordo che preveda un incremento dei fondi destinati alla lotta contro il cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo appare ancora lunga. La proposta di un nuovo accordo, presentata nella bozza più recente, si concentra infatti su un obiettivo prioritario: ottenere impegni economici concreti da parte dei Paesi sviluppati per sostenere le nazioni più vulnerabili.
I negoziati della Cop29
L’ultima versione del documento di accordo prevede che la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo chiedano un impegno annuale da parte dei Paesi ricchi di almeno 1,3 trilioni di dollari. Questo importo è oltre dieci volte superiore ai 100 miliardi di dollari all’anno che attualmente un gruppo ristretto di Paesi sviluppati, tra cui Stati Uniti, Unione Europea e Giappone, contribuisce a destinare ai fondi per il clima. Tuttavia, questa proposta ha incontrato resistenze, poiché i Paesi ricchi sono riluttanti ad impegnarsi in nuove e ingenti somme di denaro pubblico, soprattutto in un periodo di forti pressioni economiche e politiche interne.
La bozza attuale presenta tre diverse opzioni che potrebbero orientare la direzione dei negoziati. La prima opzione suggerisce che siano i Paesi ricchi e industrializzati, i maggiori responsabili del cambiamento climatico, a finanziare l’iniziativa con i propri bilanci. La seconda opzione propone che altri Paesi contribuiscano alla causa, una richiesta sollevata con insistenza dai Paesi sviluppati. La terza opzione, infine, suggerisce una combinazione delle prime due.
Le richieste dei Paesi più poveri sono diversificate: un blocco di nazioni, in particolare africane, chiede 220 miliardi di dollari, mentre i piccoli Stati insulari, particolarmente minacciati dall’innalzamento del livello del mare, chiedono 39 miliardi di dollari.
David Waskow, direttore del think tank World Resources Institute, ha sottolineato che l’ultima bozza di 34 pagine riflette le diverse opzioni sul tavolo. “I negoziatori ora devono lavorare per ridurre tutto ad alcune decisioni chiave su cui i ministri dovranno confrontarsi la prossima settimana“, ha affermato Waskow.
Le prossime settimane saranno decisive per determinare se si arriverà a un accordo che possa soddisfare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo e rispondere alle richieste dei Paesi sviluppati, nel tentativo di affrontare una delle sfide più urgenti a livello globale: il finanziamento per il clima.