Negli ultimi dieci anni, i fenomeni meteorologici estremi hanno provocato danni economici per un totale di 2.000 miliardi di dollari a livello globale. L’Italia, in particolare, ha visto perdite pari a 35 miliardi di dollari. È quanto emerge dallo studio realizzato dalla società di consulenza Oxera per l’International Chamber of Commerce (ICC), che ha analizzato 4.000 eventi tra incendi, siccità prolungate e alluvioni, che hanno colpito 1,6 miliardi di persone tra il 2014 e il 2023.
Nel dettaglio, i danni economici causati dalla crisi climatica hanno raggiunto i 451 miliardi di dollari solo negli ultimi due anni, con un incremento del 19% rispetto agli otto anni precedenti. Gli studiosi hanno osservato una crescita costante delle perdite economiche nel decennio in esame, con un picco nel 2017, anno in cui gli uragani che hanno colpito il Nord America hanno avuto un impatto devastante.
A livello territoriale, gli Stati Uniti sono stati i più colpiti, con perdite economiche pari a 934,7 miliardi di dollari tra il 2014 e il 2023. Seguono la Cina, con danni per 267,9 miliardi di dollari, e l’India, con 112,2 miliardi. Altri Paesi come l’Italia (35 miliardi), la Germania (65,4 miliardi), l’Australia (33,7 miliardi), la Francia (29,4 miliardi) e il Brasile (24,8 miliardi) completano la top ten. Tuttavia, se si considera il numero di perdite subite dalla popolazione, le piccole isole come Saint Martin e le Bahamas hanno registrato i danni più gravi.
“I dati dell’ultimo decennio dimostrano definitivamente che il cambiamento climatico non è un problema futuro“, ha dichiarato John Denton, segretario generale dell’International Chamber of Commerce, chiedendo agli Stati di accelerare nel contrasto alla crisi climatica. “Le gravi perdite di produttività dovute a eventi meteorologici estremi si fanno sentire nell’economia reale, qui e ora“.