COP29: Meloni rilancia il modello italiano per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici

"Così ora ci troviamo che nell'anno in cui 3.400 eventi meteoclimatici estremi hanno colpito il nostro territorio, alcuni dei quali sono stati veri e propri disastri climatici, mentre le emissioni di gas serra in Italia sono diminuite di oltre 26 milioni di tonnellate"
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Alla Cop29 che si sta svolgendo a Baku, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito con forza la strategia italiana per contrastare i cambiamenti climatici. Come ha dichiarato il commissario alla Riparazione e ricostruzione del sisma 2016, Guido Castelli: “La natura va difesa con l’uomo al centro. Un approccio troppo ideologico e non pragmatico su questo tema rischia di portarci fuori strada.” Un concetto che Meloni ha espresso con chiarezza durante il suo intervento, sottolineando l’importanza di un approccio pragmatico e basato sulle caratteristiche dei luoghi. La strategia italiana, infatti, sta prendendo forma concretamente nell’opera di ricostruzione e riparazione del cratere del sisma 2016, attraverso il laboratorio Appennino Centrale, che rappresenta una dimostrazione evidente della validità di questo approccio. “I nostri sforzi, infatti, sono indirizzati a favorire il presidio dell’uomo, non l’abbandono come indicato in strategie e regolamenti europei“, ha aggiunto Castelli.

L’Italia, con il suo paesaggio unico, si trova di fronte a una sfida importante. Castelli ha spiegato che, nella realtà dell’Appennino centrale, “la natura è stata modellata per millenni dall’interazione con le attività umane, in mancanza delle quali si crea uno squilibrio molto pericoloso.” Questo squilibrio non è solo una preoccupazione teorica, ma una realtà che sta minacciando un Paese fragile, dove due terzi delle frane in Europa si verificano. “Ci troviamo in un mare che si sta riscaldando più di tutti al mondo, una situazione di rischio crescente che ci espone agli effetti dei cambiamenti climatici sempre più frequenti, soprattutto nelle zone montane che hanno subito un forte spopolamento che ne ha pregiudicato le funzioni che assicuravano la tenuta del territorio“, ha proseguito Castelli.

Nel corso del suo intervento, Castelli ha inoltre fatto un bilancio dell’anno passato: “Così ora ci troviamo che nell’anno in cui 3.400 eventi meteoclimatici estremi hanno colpito il nostro territorio, alcuni dei quali sono stati veri e propri disastri climatici, mentre le emissioni di gas serra in Italia sono diminuite di oltre 26 milioni di tonnellate, oltre il 6 per cento, scendendo per la prima volta sotto la soglia dei 390 milioni di tonnellate di gas serra.” Questa riduzione rappresenta un risultato importante, come ha sottolineato Castelli: “Si tratta della più grande riduzione delle emissioni di gas serra registrata in Italia dal 1990 ad oggi, se escludiamo il 2009, il 2013 e il 2020, tutti anni di importanti crisi economiche.”

Nonostante questi risultati positivi, Castelli ha avvertito che il cambiamento climatico non può essere contrastato solo con la riduzione delle emissioni. “Mantenendo questo trend l’Italia raggiungerebbe l’obiettivo prefissato del -55 per cento al 2030. Uno sforzo notevole ma che non ha alcun effetto sui rischi al territorio degli eventi estremi“, ha dichiarato. Per questo motivo, ha spiegato, “è fondamentale agire subito con misure di adattamento, soprattutto per quei due terzi del Paese montani o alto collinari che, a causa dell’abbandono, rappresentano un rischio per la maggior parte delle città e dei grandi insediamenti.”

La ricostruzione e la riparazione del cratere del sisma 2016, secondo Castelli, rappresentano un esempio concreto di come affrontare queste sfide. “La nostra esperienza nella ricostruzione e riparazione del cratere sisma 2016 è un riferimento reale e pragmatico per ridurre i pericoli ai quali siamo esposti“, ha concluso il commissario.

Concludendo, la posizione dell’Italia, come espressa da Castelli e Meloni alla Cop29, mette in evidenza l’importanza di un approccio integrato e realistico per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici, evitando ideologie che possano allontanare dal pragmatismo necessario per proteggere il nostro territorio e le future generazioni.

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